Tutti: Quis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
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Chi non si rattristerebbe
al contemplare la pia Madre
dolente accanto al Figlio ?
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GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce... Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri... Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere (Lam 3, 1-2. 9. 16).
Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato (Eb 4, 15).
MEDITAZIONE
La prima caduta di un uomo può suscitare sentimenti di pena e comprensione, la ricaduta, invece, suscita spesso scandalo e indignazione. Chi potrà mai conoscere il mistero di umiltà nascosto nel tuo ripetuto venir meno lungo la via, Gesù, uomo dei dolori? Davvero tu hai voluto essere provato in ogni cosa come noi, eccetto il peccato. Proprio per l'amore che ti ha spinto a rivestirti delle nostre infermità sei diventato per noi fortezza e scudo di difesa contro gli assalti ricorrenti del male. Cadremo, sì, cadremo forse tante volte ancora sotto la sferza della tentazione, ma Tu ci sosterrai, Signore, e ci farai di nuovo camminare a testa alta, partecipi della tua regale dignità.
O Cristo, Buon Samaritano pietosamente chino sulle nostre ferite, abbi di noi pietà!
Tutti: Pro peccatis suae gentis,
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis subditum.
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A causa dei peccati del suo popolo
Ella vide Gesù nei tormenti,
sottoposto ai flagelli.
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GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?" (Lc 23, 27-29. 31).
MEDITAZIONE
Una donna aveva un giorno versato sui tuoi piedi, Gesù, lacrime di amore e pentimento. Ancora una donna - e si chiamava Maria - durante un'ultima cena aveva versato sul tuo capo profumo di nardo purissimo... Ora ti vengono incontro, piangenti, le "figlie di Gerusalemme", per fare su di Te l'accorato lamento. Sì, è ben giusto che Tu sia pianto come un figlio primogenito, il più caro, votato alla morte. Ma Tu le inviti a piangere sulla loro sorte di madri desolate, di madri spogliate, come alberi da frutto investiti dalla bufera. Sono una moltitudine, queste donne, sopra la terra... Piangono, sì, piangono, le madri su quest'ora tragica della nostra storia, ma in seno a Te e in seno alla tua Madre versino il fiume delle loro lacrime, perché ogni dolore abbia la sua compassione, la grazia dell'amore che redime.
Signore Gesù, Primogenito tra molti fratelli,
abbi di noi pietà!
Tutti: Tui Nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
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Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.
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V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
È bene per l'uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non rigetta mai... Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia (Lam 3, 27-32).
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11, 28-29).
MEDITAZIONE
Signore Gesù, nello schianto della terza caduta riconosciamo il crollo delle nostre presunzioni. Tu ci vuoi insegnare ad attendere la salvezza unicamente da Dio nostro Padre. Il tuo silenzio di umiltà e il tuo mite patire ci fanno intuire il segreto della forza interiore che spinge avanti il tuo cammino di filiale obbedienza. Possa questa tua forza d'amore comunicarsi al cuore di ogni uomo affranto sotto i colpi della prova, al cuore di ogni giovane ricaduto nel baratro dell'alienazione... Venga spezzato il giogo di ogni schiavitù e, risollevati dal tuo perdono, tutti gli uomini possano ristorarsi alla fonte viva del tuo eterno Amore.
Gesù, nostra forza e nostra salvezza,
abbi di noi pietà!
Tutti: Eia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
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Oh, Madre, fonte d'amore,
fammi forza nel dolore
perché possa piangere con te.
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GESÙ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Giunti a un luogo detto Golgota... gli diedero da bere vino mescolato con fiele... (Mt 27, 33-34).I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si adempiva la Scrittura: "Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte" (Gv 19, 23-24).
MEDITAZIONE
Sei entrato nel mondo spogliandoti della tua gloria di Figlio di Dio, per nascere figlio dell'uomo. In quest'ora decisiva di tutta la storia anche la tua umanità viene spogliata da mani profane... Il tuo corpo, quel vergine corpo che si era formato nel grembo immacolato della Vergine, è denudato e fatto oggetto di irriverenza e di volgarità. Eppure Tu sei Re; Tu sei l'unico Signore del mondo! Vedere Te è vedere la luce, toccare Te è toccare il fuoco. Come oseremo guardarti noi, che ti abbiamo buttato addosso il fango del nostro peccato? Portando su di Te la nostra vergogna, Tu ci rivesti della tua santità. La tua tunica inconsutile è la veste nuziale che doni alla tua dilettissima Chiesa.
Per tutte le nostre divisioni,
Signore Gesù, abbi di noi pietà!
Tutti: Fac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum
ut sibi complaceam.
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Fa' che il mio cuore arda
nell'amare Cristo Dio
per fare cosa a lui gradita.
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Undicesima Stazione
GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Dopo averlo crocifisso... sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il Re dei Giudei". Insieme a lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti, con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo" (Mt 27, 35-42).
MEDITAZIONE
Come una vite rigogliosa che la bufera ha spogliato dei suoi verdi pampini, così Tu, appeso al legno della croce, sei divenuto spettacolo al cielo e alla terra. Il tuo corpo esteso in dimensione cosmica è tutto dono e tutto accoglienza. E l'antico nemico è ancora lì, puntualmente, per tentare l'ultimo disperato attacco. "Scendi... ! Salva te stesso!". Signore Gesù, se Tu fossi sceso dalla croce noi tutti saremmo perduti; se Tu avessi mostrato la tua divina potenza, non sarebbe sgorgato sul mondo il fiume di grazia che rigenera i credenti a vita nuova. Benedetto quel legno per mezzo del quale Tu stesso ti sei inchiodato al volere del Padre a salvezza di tutti noi!
Per tutte le nostre viltà e disobbedienze, Signore, abbi di noi pietà!
Tutti: Sancta Mater, istud agas,
Crucifixi fige plagas,
cordi meo valide.
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Santa Madre, fai questo: imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.
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Dodicesima Stazione
GESÙ MUORE SULLA CROCE
(ci si inginocchia un momento in silenzio)
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!" (Gv 19, 25-27).
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"... E Gesù, emesso un alto grido, spirò (Mt 27, 45-46. 50).
MEDITAZIONE
Il potere delle tenebre sembra prevalere: Tu, Uomo-Dio, tragicamente solo, sospeso tra la terra e il cielo, sei l'arbitro della storia. Questa è l'ora "zero". Il tuo grido di morente lacera lo spessore grigio del tempo e dischiude per noi le soglie radiose dell'eterno regno dei viventi. Il gemito del tuo morire affidandoti alle mani del Padre, diventa grido di gioia nel cuore della Madre Chiesa per la nascita dell'uomo nuovo. Grande è questo mistero! E Maria, tua-nostra madre, in consapevole silenzio, presso la tua croce, sta.
Agnello di Dio che lavi i peccati del mondo, abbi di noi pietà!
Tutti: Vidit suum dulcem Natum
moriendo desolatum
dum emisit spiritum.
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Vide il suo dolce Figlio
che moriva,
abbandonato da tutti,mentre esalava lo spirito.
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Tredicesima Stazione
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE
V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.
C'erano là anche molte donne che stavano ad osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo... Venuta la sera, giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato (Mt 27, 55. 57-58).
MEDITAZIONE
Sotto la croce, pronta a raccoglierti come il grappolo maturo staccato dalla vite, sta la tua Madre: calice traboccante di amore e di dolore. Ma anche altre donne - le più fedeli - rimangono a guardarti, il cuore in piena per l'empatia con la tua morte e il tacito dolore di Maria. Ti sono presenti, in esse, tutte le madri, tutte le figlie, le spose, le sorelle, tutte le donne, ministre di carità e di consolazione. Di loro Tu hai sempre bisogno nella persona di chi soffre, di chi muore. Suscita ancora, Signore Gesù, donne della stirpe di Maria, icone viventi della tua tenera pietà, perché, dalla culla alla tomba e anche oltre, ogni umana creatura possa sentirsi amata e custodita, nel tuo santo Nome, in seno alla santa madre Chiesa.
O Cristo, calice di salvezza, abbi di noi pietà!
Tutti: Fac me tecum pie flere,
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.
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Fammi piangere piamente con te, condividendo il dolore del Crocifisso, finché io vivrò.
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