domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 30 settembre 2018

"CHI NON E'CONTRO DI NOI E'PER NOI" XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B LETTURE: Sap 2,12.17-20; Sal 53, Gc 3,16-4,3, Mc 9,30-37

Liturgia di
Domenica 30 
SETTEMBRE 2018




XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 
Anno B 

  

 LETTURE:

  Sap 2,12.17-20; Sal 53, Gc 3,16-4,3, Mc 9,30-37

ANTIFONA D'INGRESSO (Dn 3,31.29.30.43.42)


Signore, tutto ciò che hai fatto ricadere su di noi 
l'hai fatto con retto giudizio;
abbiamo peccato contro di te,
non abbiamo dato ascolto ai tuoi precetti;
ma ora glorifica il tuo nome e opera con noi

secondo la grandezza della tua misericordia.




GLORIA
Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.




COLLETTA



O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristotuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


 LITURGIA DELLA PAROLA


 
 




PRIMA LETTURA
 Nm 11, 25-29
Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo!
Dal libro dei Numeri 

In quei giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito.
Ma erano rimasti due uomini nell'accampamento, uno chiamato Eldad e l'altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell'accampamento.
Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell'accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosèfin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me?
Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il
 Signore porre su di loro il suo spirito!».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


 SALMO RESPONSORIALE
 Dal Salmo 18
I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta, 
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. 
Anche il tuo servo ne è illuminato, 
per chi li osserva è grande il profitto. 
Le inavvertenze, chi le discerne? 
Assolvimi dai peccati nascosti.Anche dall'orgoglio salva il tuo servo 
perché su di me non abbia potere; 
allora sarò irreprensibile, 
sarò puro da grave peccato.
 

SECONDA LETTURA



 Gc 5, 1-6
Le vostre ricchezze sono marce.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco.
Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente. Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.




ACCLAMAZIONE AL VANGELO
Cfr Gv 17,17b.a   )

Alleluia, alleluia.

La tua parola, Signore, è verità; 
consacraci nella verità. 
Alleluia.



PROCLAMAZIONE DEL VANGELO


Dal VANGELO secondo MARCO



Mc 9,38-43.45.47-48

Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.


Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue». 

 


C: Parola del Signore
A: Lode a Te o Cristo 


«Chi non è contro di noi è per noi. »

PENSIERO DELLA DOMENICA





1. Le parole finali della pagina evangelica appena proclamata sono tra le parole più forti, più sconcertanti dette da Gesù. Con esse Egli chiede ai suoi discepoli il rifiuto netto e radicale di ogni convivenza col male. Anche la perdita di ciò che ognuno di noi considera assai prezioso, come la mano, il piede, o l’occhio non è paragonabile al danno che deriva alla persona umana dall’adesione al peccato.

Questi "detti" di Gesù ci comunicano verità profonde a riguardo dell’uomo, e dell’uso che questi può fare della sua libertà. Il bene ha in se stesso e per se stesso l’esigenza incondizionata ad essere attuato, e il male ad essere evitato: costi quel che costi, ci dice oggi Gesù. Il modo attraverso cui il bene è fatto ed entra nel tessuto della nostra vita quotidiana, è uno solo: la scelta e la decisione della nostra libertà. 

Mediante le sue scelte e le sue decisioni, la persona realizza in esse se stessa; diventa come tale una persona buona o cattiva. Poiché nessuno di noi è totalmente radicato nel bene, né sicuro della sua libertà, Gesù ci insegna che l’adesione al male rovina l’uomo molto di più che la mutilazione di un organo importante del nostro corpo.


Per quale ragione? Non sono forse un poco esagerate queste parole di Gesù? Avrete notato che in esse ricorre per tre volte un’espressione: "essere gettato nella Geenna". Dico prima di procedere una piccola parola di spiegazione. La Geenna è una valle a sud-ovest di Gerusalemme, dove l’empio re Acaz sacrificava i bambini al Dio Molok. 

Il re Giosia per dissacrare quel luogo vi fece gettare le immondizie di Gerusalemme e perciò il fuoco vi ardeva in continuità per consumarle. Secondo i profeti è in quella valle che i nemici del popolo di Dio saranno distrutti e consumati dal fuoco [Cf. Is 30,27-33; Ger 7,30-8,3]. E così al tempo di Gesù la Geenna denota il luogo di punizione eterna per i malvagi.


Ciò detto, ritorniamo al testo evangelico. Esso ci rivela una grande verità. il destino ultimo, definitivo, eterno di ognuno di noi davanti a Dio è deciso ora dalle scelte e dalle decisioni che prendiamo. Il danno che l’uomo fa a se stesso facendo il male è incommensurabile con ogni altro danno: si mette nella possibilità di essere giudicato da Dio degno della condanna eterna. 

Questo stato, questa condizione di definitiva auto-esclusione dalla comunione con il Signore, scelto da chi fa il male, viene chiamato dal vocabolario cristiano "l’inferno".


Le parole di Gesù dunque sono un forte appello alla responsabilità con la quale l’uomo deve usare della sua libertà, in vista del suo destino eterno. E sono anche un forte appello alla conversione, poiché il non "aver parte alla vita" è la sorte più terrificante che possa capitarci.


2. Cari fratelli e sorelle, celebriamo solennemente il quinto centenario della vostra chiesa; della collocazione in questo luogo della collina della vostra comunità.
La parola evangelica ci aiuta a comprendere il senso di questa celebrazione, poiché ci fa comprendere la ragione ultima della presenza della Chiesa in mezzo a voi.


Abbiamo sentito quanto sia radicale l’esigenza di Gesù dal punto di vista etico. Per Lui l’argomento della salvezza eterna è così grave, che non possiamo accettare compromessi col male. Per questo Egli Dio si è fatto uomo: "per noi uomini e per la nostra salvezza".


Durante questi cinquecento anni che cosa la Chiesa ha fatto in questo luogo mediante i suoi pastori che qui si sono succeduti? Dire l’amore di Dio che ha considerato talmente pericolosa e a rischio di perdizione eterna la persona umana, da venire Egli stesso a guidarci, a guarirci.


E’ questo straordinario evento che durante questi cinquecento anni è continuato ad accadere in mezzo a voi: la presenza di Cristo nostro Salvatore.
Non ci resta che fare veramente nostra la preghiera colla quale abbiamo dato inizio a questa celebrazione: il Signore continui ad effondere su di voi in questo luogo la sua grazia, "perché camminando sempre nel bene, diventiate partecipi della felicità eterna". Così sia.

S.E.Card.Carlo Caffarra


30 Settembre 2012,Ceretolo di Casalecchio di Reno

sabato 22 settembre 2018

«Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti»XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B LETTURE: Sap 2,12.17-20; Sal 53, Gc 3,16-4,3, Mc 9,30-37

Liturgia di
Domenica 23 
SETTEMBRE 2018



XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 
Anno B 

  

 LETTURE:

  Sap 2,12.17-20; Sal 53, Gc 3,16-4,3, Mc 9,30-37

ANTIFONA D'INGRESSO


«Io sono la salvezza del popolo»,
dice il Signore,
«in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre».




GLORIA
Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.



COLLETTA



O Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. 
Per il nostro Signore Gesù Cristotuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


 LITURGIA DELLA PAROLA

 
 




PRIMA LETTURA
 Sap 2, 12.17-20Condanniamo il giusto a una morte infamante. 
Dal libro della Sapienza
[Dissero gli empi:] 
«Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo 
e si oppone alle nostre azioni;
ci rim
provera le colpe contro la legge
e ci rinfaccia le tra
sgressioni contro l'educazione ricevuta. 
Vediamo se le sue parole sono vere, 
consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. 
Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto 
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
Mettiamolo alla prova con violenze e tormenti,
per co
noscere la sua mitezza 
e saggiare il suo spirito di sopportazione. 
Condanniamolo a una morte infamante, 
perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


 SALMO RESPONSORIALE
Dal Salmo 53
Il Signore sostiene la mia vita.
Dio, per il tuo nome salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca. 
Poiché stranieri contro di me sono insorti
e prepotenti insidiano la mia vita;
non pongono Dio davanti ai loro occhi.
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore sostiene la mia vita.
Ti offrirò un sacrificio spontaneo,
loderò il tuo nome, Signore, perché è buono.

SECONDA LETTURA



 Gc 3,16-4,3
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. 
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.



ACCLAMAZIONE AL VANGELO
Cfr 2Ts 2,14 )

Alleluia, alleluia.


Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, 
per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo

Alleluia.



PROCLAMAZIONE DEL VANGELO


Dal VANGELO secondo MARCO



Mc 9, 30-37
Il Figlio dell'uomo viene consegnato... Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnào. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». 

 


C: Parola del Signore
A: Lode a Te o Cristo 


«Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti»

PENSIERO DELLA DOMENICA
a cura di DON LUCIO LUZZI




“ Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti”.

Partiti dalla zona del Tabor, Gesù e gli apostoli si avviarono verso Cafarnao, ma invece di andarvi direttamente e per la strada principale, si attardarono nella campagna e nei sentieri meno battuti.

 Per restare nascosti.
 Avvicinandosi il grande momento della sua vita terrena, Gesù intensifica la istruzione dei discepoli, basando i suoi ammaestramenti, in particolare, sulla sua morte redentrice.

 “.. e diceva loro: il figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà. Essi però non compresero queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni”.

 Persiste la mancanza di comprensione degli apostoli su tale difficile argomento; le parole di Gesù ripugnano troppo alle aspettative giudaiche di gloria terrena del Messia, cui gli apostoli erano ancora legati e alle tendenze egoistiche della natura umana.

 Quando arrivarono a Cafarnao andarono a risposarsi nella abituale dimora di Gesù, probabilmente quella di Pietro.
 “..e quando furono in casa, chiese loro: di che cosa stavate discutendo lungo la strada? Ed essi tacevano. Per via infatti avevano discusso tra di loro chi fosse il più grande”.


 Allora gli apostoli sedettero a terra ai piedi di Gesù.
 E Gesù disse loro:” Se uni vuole essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti.
E preso un bambino lo pose in mezzo e abbracciando lo disse loro: Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me: chi accoglie me non accoglie me. Ma colui che mi ha mandato”.


 Stupenda lezione del Messia per i suoi amici!
 E con questo amore e pazienza il Maestro catechizza gli apostoli.
 E’ la stessa pazienza che usa quotidianamente con ciascuno di noi.


 Quanto siamo simili agli apostoli!
Al primo posto mettiamo sempre i nostri interessi materiali e la illusoria ricerca di benessere e felicità.
Non vogliamo sentire parlare di sofferenza e continuiamo, nel nostro rapporto con Cristo, a chiedergli di stare materialmente bene.


 E poi la lezione stupenda sulla grandezza dell’umiltà!
Purtroppo noi dobbiamo fare i conti con il nostro orgoglio, con il farci riconosce con ogni mezzo, i nostri meriti, a volte anche presunti.
 E paragoniamo l’umiltà come sinonimo di debolezza, viltà, mentre viene chiamata ed è essenzialmente la virtù dei forti

.
 Signore mio, dammi la forza di accettare serenamente le croci che la vita mi riserva !

Che io sappia frenare il mio desiderio intimo di eccellere, di essere tra i primi, di avere qualche riconoscimento; dammi la convinzione che se vado dietro a queste aspirazioni terrene, avrò soltanto delusioni senza nessuna caparra per le vita eterna.

DON LUCIO LUZZI