Laetare
Anno C
LETTURE:
Gs 5,91.10-12; Sal 33; 2 Cor 5,17-21; Lc 15,1-3.11-32
Antifona d'ingresso ( Cf Is 66,10-11)
Rallégrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l'amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell'abbondanza della vostra consolazione. |
COLLETTA
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
|
Gs 5,9-12
Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua.
Dal libro di Giosuè
In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la Pasqua.
Dal libro di Giosuè
In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
SECONDA LETTURA 2Cor 5,17-21
Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
ACCLAMAZIONE AL VANGELO
( Lc 15,18)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! |
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO
DAL VANGELO secondo LUCA
Lc 15,1-3.11-32
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
C: Parola di Dio.
«Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita»
IL PENSIERO DELLA DOMENICA
a cura di Don Lucio Luzzi
31/03/2019
IV domenica
di Quaresima
Anno C
“Padre ho peccato verso
il cielo e davanti a te”
PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
donlucioluzzi@virgilio.it
E’ impressionante l’intensa attività di Gesù nei suoi tre anni di vita pubblica, per tutte le strade della Palestina.
Guarigioni, prodigi miracolosi, aiuto ai diseredati, risposte concrete ad ogni richiesta di aiuto, ma soprattutto il Suo insegnamento.
Doveva trasmettere una dottrina eterna ad un uditorio prevalentemente analfabeta e in parte critica e ostile.
Da grande pedagogo, unico e inimitabile nella storia, trasmetterà alla sua gente le grandi verità, prevalentemente con il metodo delle parabole. Raccontini ipotetici, semplici, tratti dalla vita quotidiana e comprensibilissimi per il suo uditorio. Gesù doveva fare i conti con una concezione radicata in Israele che “Dio premia i buoni ma stermina gli empi”.
Guarigioni, prodigi miracolosi, aiuto ai diseredati, risposte concrete ad ogni richiesta di aiuto, ma soprattutto il Suo insegnamento.
Doveva trasmettere una dottrina eterna ad un uditorio prevalentemente analfabeta e in parte critica e ostile.
Da grande pedagogo, unico e inimitabile nella storia, trasmetterà alla sua gente le grandi verità, prevalentemente con il metodo delle parabole. Raccontini ipotetici, semplici, tratti dalla vita quotidiana e comprensibilissimi per il suo uditorio. Gesù doveva fare i conti con una concezione radicata in Israele che “Dio premia i buoni ma stermina gli empi”.
E Lui rivela la cosa che noi stentiamo ad accettare, dopo duemila anni di luce evangelica, che cioè
"IL PADRE E’ TALMENTE BUONO E COMPRENSIVO,
Questo, per i maestri della legge era uno scandalo, una specia di istigazione a delinquere.
Se hai tempo, leggiti con calma la parabola del figliol prodigo, che la Liturgia ci presenta in questa IV domenica di Quaresima.
Riflette uno spaccato della vita di ciascuno di noi; con le nostre decisioni non ponderate, la nostra presunzione nello scegliere quello che ci sembra giusto e vantaggioso, l’illusione di miraggi e chimere inafferrabili, la costatazione del nostro degrado…
Il figlio sventurato,quando si ravvede, costretto dalla situazione in cui volutamente si è imbattuto, preparò cosa dire al suo genitore: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di Te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio...”.
Se ritornano alla tua mente certe situazioni della tua vita personale, ti verrà spontaneo anche tu dire la stessa cosa… Ma sarà difficile anche per te, come per me, pronunciare per intero l’atto di pentimento, perché ci sentiremo subito abbracciati dal nostro Padre celeste che dice:
Approfitta anche tu di questo tempo favorevole della Quaresima; di fronte a Dio non devi dare né spiegazioni, né giustificazioni! Devi solo esprimere il tuo desiderio di conversione del cuore, con la semplice espressione “ ...scusami!”.
Ti sentirai subito abbracciato dal nostro Padre celeste che ti risponde soltanto con “...figlio mio...”.
Proverai una gioia indescrivibile; troverai quella serenità che forse da tempo non riusivi più ad avere.
Quaresima, tempo favorevole
Ricordati che soltanto Dio ti comprenderà, sempre incondizionatamente. Ci pensi? Anche se figli ingrati, avremo sempre un Padre misericordioso e amoroso verso tutti e ciasacuno di noi.
"IL PADRE E’ TALMENTE BUONO E COMPRENSIVO,
DA DARE LA NETTA IMPRESSIONE DI PRENDERSI CURA,
PIU’ DI UN PECCATORE CHE DI UN GIUSTO”
PIU’ DI UN PECCATORE CHE DI UN GIUSTO”
Questo, per i maestri della legge era uno scandalo, una specia di istigazione a delinquere.
Se hai tempo, leggiti con calma la parabola del figliol prodigo, che la Liturgia ci presenta in questa IV domenica di Quaresima.
Riflette uno spaccato della vita di ciascuno di noi; con le nostre decisioni non ponderate, la nostra presunzione nello scegliere quello che ci sembra giusto e vantaggioso, l’illusione di miraggi e chimere inafferrabili, la costatazione del nostro degrado…
Il figlio sventurato,quando si ravvede, costretto dalla situazione in cui volutamente si è imbattuto, preparò cosa dire al suo genitore: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di Te, non sono più degno di essere chiamato tuo figlio...”.
Se ritornano alla tua mente certe situazioni della tua vita personale, ti verrà spontaneo anche tu dire la stessa cosa… Ma sarà difficile anche per te, come per me, pronunciare per intero l’atto di pentimento, perché ci sentiremo subito abbracciati dal nostro Padre celeste che dice:
“Figlio mio...”
Approfitta anche tu di questo tempo favorevole della Quaresima; di fronte a Dio non devi dare né spiegazioni, né giustificazioni! Devi solo esprimere il tuo desiderio di conversione del cuore, con la semplice espressione “ ...scusami!”.
Ti sentirai subito abbracciato dal nostro Padre celeste che ti risponde soltanto con “...figlio mio...”.
Proverai una gioia indescrivibile; troverai quella serenità che forse da tempo non riusivi più ad avere.
Quaresima, tempo favorevole
Ricordati che soltanto Dio ti comprenderà, sempre incondizionatamente. Ci pensi? Anche se figli ingrati, avremo sempre un Padre misericordioso e amoroso verso tutti e ciasacuno di noi.
Don Lucio Luzzi
i
CREDO
Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio,
nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato,
fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese agli inferi;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
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LITURGIA EUCARISTICA
Sulle Offerte
Ti offriamo con gioia, Signore, questi doni per il sacrificio: aiutaci a celebrarlo con fede sincera e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo. Per Cristo nostro Signore.
Prefazio
La penitenza dello spirito È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno: Tu hai stabilito per i tuoi figli un tempo di rinnovamento spirituale, perché si convertano a te con tutto il cuore, e liberi dai fermenti del peccato vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime cantiamo l'inno della tua lode:
Santo, Santo, Santo il Signore ...
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Antifona alla Comunione (Lc.13,5)
«Rallégrati, figlio mio,
perché tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» .
DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa' risplendere su di noi la luce del tuo volto, perché i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo amarti con cuore sincero. Per Cristo nostro Signore.
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