domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 17 aprile 2011

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE


Liturgia di
Domenica 17 APRILE 2011



Domenica delle Palme
o della Passione del Signore,
Dominica in Palmis - De Passione Domini  (Solennità)
 

Colore liturgico: rosso  
LETTURE
Is 50, 4-7; Sal.21; Fil 2, 6-11; Mt 26, 14 - 27, 66.  


ANTIFONA D'INGRESSO
COMMEMORAZIONE
DELL'INGRESSO
DI GESU'IN GERUSALEMME
 
ANTIFONA

Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli. (Mt 21,9)

Il sacerdote saluta il popolo con queste parole:

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.

R. E con il tuo spirito.

Quindi rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole:

Fratelli carissimi,
questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima.
Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione.

Dopo questa esortazione, il sacerdote dice a mani giunte una delle orazioni seguenti:

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
benedici + questi rami [di ulivo],
e concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti il Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

E senza nulla dire, asperge i rami con l'acqua benedetta.

Segue la proclamazione del Vangelo dell'ingresso del Signore. 


VANGELO (Mt 21,1-11)
Benedetto colui che viene nel nome del Signore. 

 Dal Vangelo secondo Matteo

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”».Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”».
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!».
Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva:«Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».

Parola del Signore.

Dopo il Vangelo si può fare, secondo le circostanze, una breve omelia. Per dare l'avvio alla processione, il celebrante, o un altro ministro, può fare un'esortazione con queste parole: 

Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore, e avviamoci in pace.

Ha quindi inizio la processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa. Durante la processione, il coro e il popolo eseguono i canti adatti alla celebrazione.

 
COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno,
che hai dato come modello agli uomini
il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore,
fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce,
fa’ che abbiamo sempre presente
il grande insegnamento della sua passione,
per partecipare alla gloria della risurrezione.
Egli è Dio e vive e regna con te... 
 LITURGIA DELLA PAROLA

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PRIMA LETTURA
Is 50,4-7
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso.


 Dal libro del profeta Isaia
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
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SALMO RESPONSORIALE
Sal 21
 ‡ RIT:Dio mio, Dio mio,perché mi hai abbandonato?

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

SECONDA LETTURA 
Fil 2,6-11
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.

‡ Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


ACCLAMAZIONE AL VANGELO  
(Fil 2,8-9)
 
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
‡ Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.


Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria! 


PROCLAMAZIONE DEL VANGELO 



 

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo 


Mt 26,14- 27,66
La passione del Signore
 Indicazioni per la lettura dialogata:
X= Gesù; C = Cronista; D=discepoli e amici;
A= altri personaggi; 
F =Folla

 C   In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: D«Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». C E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.


Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: D«Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose:X«Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». C I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
 Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: X«In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». C Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: D«Sono forse io, Signore?».C Ed egli rispose: X«Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».CGiuda, il traditore, disse: D«Rabbì, sono forse io?»C Gli rispose: X«Tu l’hai detto».
   

C Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: X«Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». CPoi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo:X«Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».C Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

   

Allora Gesù disse loro: X«Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: “Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».
C Pietro gli disse: D«Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». C Gli disse Gesù: X«In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». C Pietro gli rispose: D«Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». C Lo stesso dissero tutti i discepoli.


  

Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: X«Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». C E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: X«La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». C Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: X«Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».

  

C Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: X«Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole»CSi allontanò una seconda volta e pregò dicendo: X«Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». C Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: X«Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».



C Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: D «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: D«Salve, Rabbì!». C E lo baciò. E Gesù gli disse: X«Amico, per questo sei qui!». C Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse:X«Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». C In quello stesso momento Gesù disse alla folla: X«Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». C Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
  

  
     


Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: A«Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». C Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: A«Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». CMa Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse:A«Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». X«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
C Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo:A«Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?»C E quelli risposero: F«È reo di morte!». C Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: F«Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

   


 
    
C Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: A«Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». C Ma egli negò davanti a tutti dicendo:D«Non capisco che cosa dici». C Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: A«Costui era con Gesù, il Nazareno». C Ma egli negò di nuovo, giurando: D«Non conosco quell’uomo!». C Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro:A«È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». C Allora egli cominciò a imprecare e a giurare:D«Non conosco quell’uomo!». C E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto:«Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
  

  


Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: D«Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente».C Ma quelli dissero: A«A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: A«Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». CTenuto consiglio, comprarono con esse il “Campo del vasaio” per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».


   

  

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: A«Sei tu il re dei Giudei?». C Gesù rispose: X«Tu lo dici». C E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: A«Non senti quante testimonianze portano contro di te?». C Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: A«Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». C Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

   
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: A«Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».C Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: A«Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». C Quelli risposero:F«Barabba!»C Chiese loro Pilato: A«Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: F«Sia crocifisso!». C Ed egli disse: A«Ma che male ha fatto?». CEssi allora gridavano più forte: F«Sia crocifisso!».

    
    
  


Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: A«Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: F«Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli»Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: F«Salve, re dei Giudei!».
C Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.


   
   

Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».
Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

 

 

Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: F«Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». C Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: F«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!».
C Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.




A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce:X«Elì, Elì, lemà sabactàni?», C che significa: X«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: A«Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: A«Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
                                            



(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano:A«Davvero costui era Figlio di Dio!».


Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
 Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatèa, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.


Il giorno seguente, quello dopo la Parascève, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: A «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».C Pilato disse loro: A «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

 

C: Parola del Signore
A: Lode a te o Cristo.



COMMENTO
ALLA PAROLA DI DIO

  


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17/04/2011

Domenica
delle Palme


Anno A

"Benedetto colui che viene
nel nome del Signore"


PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO


Gli antichi dicevano "hora ruit" ossia "il tempo corre velocemente".  E siamo arrivati alla settimana clou per i cristiani che, praticanti o meno, la chiamano Settimana SantaGesù era partito da Gerico il venerdì, arrivando la sera stessa a Betania (l'attuale EI Azarie, cioè villaggio di Lazzaro), luogo di pace e di riposo, distante meno di tre chilometri da Gerusalemme. Il sabato lo passa in casa di"Simone il lebbroso", dove la sera, durante la cena, venne una donna e versò il profumo sul capo di Gesù ( Mc.14,3).La domenica mattina si muove da Betania verso Betfage ( l'attuale Et Tùr) e disse a due dei suoi discepoli: "Andate nel villaggio, che vi sta di fronte e subito, entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e conducetemelo...".
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E cominciano i preparativi per l'ingresso trionfale a Gerusalemme. Con ciò Gesù vuole attuare la circostanziata profezia di Zaccaria (9,9) scritta cinque secoli prima "II tuo Re che a te viene... è mite e cavalca... sopra il puledro di un' asina...".

Cavalcare l'asino non era in Oriente un segno di povertà; era invece un segno di mansuetudine (mentre il cavallo era usato per azioni bellicose).

I due apostoli, Pietro e Giovanni, gettarono sul puledro i loro mantelli, formando così per Gesù, che vi si mise a sedere sopra, una bella sella a doppia gualdrappa.

Quando, al di là del fiume Cedron, apparve il grandioso spettacolo di Gerusalemme, con in primo piano il magnifico tempio, Gesù era già circondato dalla folla venuta dalla città, gremita di popolo per la Pasqua; accorsa in gran parte pensando che volesse istituire in Israele il regno messianico.

Infatti cominciarono a gridare "Osanna, gloria, lode, evviva...". Gesù vede che il tempio è profanato e la mattina dopo compirà la cacciata dei profanatori.


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E qui avvenne quello che nella storia sempre si ripete "un giorno sull'altare e un giorno sulla polvere...". Nell'arco di pochi giorni il popolo, ora osannante, griderà inferocito: "Non lo vogliamo più in mezzo a noi ... ammazzalo...".

Ecco perché questi sono stati chiamati i giorni della passione.

Con l'animo amareggiato, con il suo sguardo pieno di tristezza, dirà alla sua gente: "Popolo mio, che male ti ho fatto, in che cosa ti ho contristato? Se ti ho fatto del male percuotimi, ma se non ti ho fatto nulla di male, perché mi tratti così?".

Impossibile rimanere indifferenti di fronte a questa dura realtà del Cristo. Quanto diverso da Lui il nostro atteggiamento!

Quando ci sentiamo traditi dagli amici (e accade spesso) ci sfoghiamo in tutti i modi... "Dopo tutto quello che gli ho fatto... bella riconoscenza... non me lo sarei mai aspettato..." e arriviamo a volte anche ad atteggiamenti di risentimento.

Prova anche tu a depurare il tuo cuore da queste scorie! Devi farlo subito perché fra giorni dobbiamo tutti insieme esprimere la vera gioia con l’alleluia.

Sentiamoci tutti fratelli nella Settimana Santa e guardiamo a Cristo, l’unico, vero, autentico vincitore del male e della morte, che ci farà gridare insieme 


"Alleluia, è arrivata la salvezza del mondo"

Don Lucio Luzzidonlucioluzzi@virgilio.it
donlucioluzzi@virgilio.it

 

Max46
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