domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 27 ottobre 2013

"CHIUNQUE SI ESALTA SARA'UMILIATO,CHI SI UMILIA SARA' ESALTATO" XXX^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -ANNO C- Letture:Sir 35, 15-17.20-22Sal 33; 2 Tm 4,6-8.16-18; Lc 18, 9-14




Liturgia della Parola

Domenica 26 Ottobre 2013







XXX^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

-Anno C -



LETTURE



Sir 35, 15-17.20-22 Sal 33; 2 Tm 4,6-8.16-18; Lc 18, 9-14
 



PRIMA LETTURA

Prima Lettura Sir 35, 15-17.20-22
La preghiera del povero attraversa le nubi.

Dal libro del Siràcide


Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 33

Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.






SECONDA LETTURA  2 Tm 4,6-8.16-18
Mi resta solo la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo


Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
ACCLAMAZIONE AL VANGELO
(2 Cor 5,19)
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.


Alleluia.






PROCLAMAZIONE DEL VANGELO







DAL VANGELO secondo LUCA
Lc 18, 9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.







"Chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». .


COMMENTO

ALLA PAROLA

a cura di Don Lucio Luzzi


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27/10/2013XXX domenica del
Tempo Ordinario


Anno C
Due uomini salirono
al tempio a pregare


PENSIERO DELLA DOMENICA
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donlucioluzzi@virgilio.it




Gesù disse la Parabola del fariseo e del pubblicano “per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti": Farisei e pubblicani! Questi due personaggi sono molto frequenti nelle pagine del Vangelo. I farisei, sempre facendo opposizione a Gesù, erano persone che osservavano rigorosamente tutti i precetti della legge. Non possiamo negare a loro il merito di avere preservato la purezza del giudaismo, non solo in vista del mondo pagano ma anche in vista del mondo ellenistico che si introduceva nel popolo. Erano di una osservanza che si potrebbe definire come fanatica e per questo guardavano gli altri con disprezzo e li chiamavano "gente della terra". Con il passare del tempo divennero simbolo di ipocrisia.




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San Matteo


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San Luca





Nel capitolo XXIII di San Matteo e nel capítolo XI di San Luca, Gesú li chiama sepolcri, bianchi di fuori ma dentro assai marci. Peró, non é vero che fossero tutti cosí, c’erano farisei veramente sinceri e realmente virtuosi!

I pubblicani erano quelli che ricevevano i tributi, mal visti dal popolo a partire dal principio che stavano a servizio dell'impero romano: avevano il concetto di peccatori. Nella parabola che la Chiesa ci offre questa domenica, i pubblicani ci danno un bell’ esempio di preghiera umile:


"Mio Dio, abbi pietá di me che sono un peccatore" (Lc 18.13)

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Una raffigurazione del pubblicano


Forse non ci sará nella Bibbia un esempio di contrizione tanto bello e sincero. Per questo il pubblicano che lo disse a Gesú, ritornó a casa giustificato mentre il fariseo ritornó a casa con tutti i suoi peccati. Lui, il fariseo, non aveva fatto propriamente una preghiera, al contrario, si vangloriava davanti Dio delle sue virtú e disprezzava gli altri: "... Io non sono come il resto degli uomini, ladri, ingiusti e adulteri e neppure come questo pubblicano (id,v 11).


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Per compiere la Legge di Dio, che Gesú insegna, è totalmente diverso dalla osservanza di quella dei farisei: Gesu ci vuole liberi e sinceri e non esecutori della legge in maniera meschina e scrupolosa, come specie di matematica religiosa.


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Il Fariseo ed il Pubblicano

Vuole principalmente la pratica dell'amore al prossimo che definí come "nuovo comandamento" e che sta proprio al lato del maggiore dei comandamenti, che é l'amore verso Dio.

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Lui vuole una osservanza che parti dal cuore, preoccupandoci non con una purezza meramente esteriore, ma con la pratica della giustizia, misericordia e fedeltá che sono le cose piú importanti della legge (Mt 23.23).

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La preghiera del pubblicano deve essere il modello della nostra preghiera: umile, sincera, piena di fiducia, che esca dal fondo del cuore orientata al Nostro Signore Gesu Cristo, cosí:

"Gesú, figlio di Dio, abbi pietá di me
che sono un grande peccatore"


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Don Lucio Luzzi
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venerdì 4 ottobre 2013

PREGHIERA PER GLI IMMIGRATI

Signore Gesu'

ti preghiamo per le Vittime della Tragedia di Lampedusa,Vittime della nostra indifferenza,del nostro materialismo,del non vedere in viso il nostro prossimo....

Tu ci hai detto di amarci l'un l'altro e invece siamo capaci solo di amare noi stessi


Tu ci hai detto di amare il prossimo tuo come te stesso e invece siamo capaci solo di ignorare il prossimo


Accogli queste Vittime Innocenti nel Tuo Regno
saranno i loro occhi e i loro sguardi a giudicarci


Signore Gesu' perdonaci
perdonaci per rimanere indifferenti di
fronte a chi soffre

O Signore Gesu'

Ti sei fatto povero nascendo tra i poveri
amando i piu'diseredati

Hai dato la Vita per noi dandoci quell'Amore che noi non sappiamo nemmeno cosa sia...

Quei diseredati che sfuggono alle violenze dei loro paesi,si sono visti rifiutare dagli uomini

ma l'Amore di Dio loro lo avranno....


SIGNORE INSEGNACI AD AMARE!


Massimo