domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 26 ottobre 2014

"AMERAI IL SIGNORE TUO DIO E IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO" XXX^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A LETTURE: Es 22,20-26; Sal 17; 1 Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40

Liturgia della Parola


Domenica


26 OTTOBRE 2014





XXX^ DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO - A



  
LETTURE: 

 Es 22,20-26; Sal 17; 1 Ts 1,5c-10; Mt 22,34-40

Antifona d'ingresso    Sal 104,3-4
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.





COLLETTA
O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l'unica legge della vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.






LITURGIA DELLA PAROLA




 
 


PRIMA LETTURA

 Es 22,20-26
Se maltratterete la vedova e l'orfano, la mia collera si accenderà contro di voi.
Dal libro dell’Èsodo
Così dice il Signore:
«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto.
Non maltratterai la vedova o l’orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all’indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse.
Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l’ascolterò, perché io sono pietoso».
 

  C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


SALMO RESPONSORIALE
  
Salmo 17


Ti amo, Signore, mia forza.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.
 



SECONDA LETTURA   1 Ts 1,5c-10
Vi siete convertiti dagli idoli, per servire Dio e attendere il suo Figlio.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 

Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedònia e dell’Acàia.
Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedònia e in Acàia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne.
Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.  



ACCLAMAZIONE AL VANGELO

 Fil 2,15d-16a

Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.

Alleluia. 





PROCLAMAZIONE DEL VANGELO








  
VANGELO  
Mt 22,15-21
Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso.

Dal vangelo secondo Matteo


In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.




"Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso."



COMMENTO

ALLA PAROLA DI DIO






26/10/2014

XXIX domenica del
Tempo Ordinario


Anno A

Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso

Il dottore della legge interroga Gesù solo per metterlo alla prova. Succede spesso a chi pensa di avere sempre ragione. Si mette a discutere anche con Gesù, cercando qualche contraddizione per dimostrare che sbaglia. Lo facciamo abitualmente con gli altri. Ci basta una ?prova? per condannare, per non essere più amici, per diventare indifferenti, che è il contrario di avere amore. I farisei sono come gli uomini che non ascoltano più nessuno: interpretano, calcolano, confrontano, ma non stanno a sentire. Un fariseo, un adulto, un uomo autosufficiente, chi sta a sentire? Chi ascoltiamo e prendiamo sul serio noi? I farisei si conservano, non si spendono mai per gli altri; si perfezionano, ma non cambiano; discutono, ma difendono la loro verità e le loro ragioni. Gesù li scandalizza con il suo amore esagerato, pieno di misericordia e di pietà, libero. Per i farisei l?amore è una regola e sono disobbedienti in maniera pratica. Non amano e non si lasciano amare. Per Gesù i bambini entreranno nel regno e ne comprendono il segreto: loro hanno bisogno di amare e di essere amati. Nell?amore non siamo davvero, sempre, dei bambini?
La domanda posta dal dottore della legge è fondamentale. ?Qual è il più grande comandamento della legge??. È facile nella confusione della nostra vita relativizzare tutto, vivere senza un comandamento chiaro, una priorità e non tante successive. Un comandamento non può essere ridotto alla mia psicologia, ma obbliga impone di adattarsi a questo. È facile, invece, che le mie sensazioni, il mio benessere, assurgano a comandamento, cioè siano la legge cui obbediamo. Per il Signore c?è solo una legge: è quella dell?amore. È un comandamento che salva chi ama e rende migliore la vita di chi è amato. L?amore trasforma la nostra vita molto più di quanto pensiamo con i nostri calcoli, i nostri dubbi, le nostre certezze, le tante rassegnazioni. Ma occorre obbedire come bambini alla legge dell?amore. Siamo così analfabeti dell?amore: tutti dobbiamo sempre andare a scuola del volere bene! E c?è un unico Maestro, colui che ha l?amore più grande, dare la propria vita per i suoi amici. Per questo ha vinto il male. Il Vangelo ci richiama all?essenza della fede e della vita. Il Vangelo ci dice che l?essenza della fede è l?unità dei due comandamenti: l?amore del prossimo è assimilato all?amore totale a Dio. Tale identificazione non sminuisce ovviamente l?uno o l?altro dei due termini. Ed è comunque inequivocabile il primato di Dio.
Tuttavia non si può amare Dio senza amare anche il prossimo. Questo sta a dire che la strada per arrivare a Dio incrocia necessariamente quella che porta agli uomini, soprattutto quella che conduce verso i più deboli. Aiutando loro si aiuta Dio, difendendo loro si difende Dio. Non solo. Dio non sembra neppure mettersi in concorrenza con l?amore per gli uomini. Non insiste infatti sulla reciprocità, come faremmo noi. Gesù non ci dice ?amate me come io ho amato voi?, ma ?amatevi come io vi ho amato?. Le disposizioni del Libro dell?Esodo che ci vengono riproposte chiariscono questa prospettiva. Ci vien chiesto di accogliere lo straniero (un comando chiaro che ridicolizza la grettezza e l?egoismo da cui nasce una certa normativa tesa a restringere e a respingere), l?orfano e la vedova. Dio stesso si è messo dalla loro parte. Egli ascolta il loro grido e farà giustizia. Da questi due comandamenti dipende non solo tutta la legge e i profeti, ma anche la stessa vita sulla nostra terra, se vogliamo che sia davvero dignitosa per tutti. La parola evangelica che abbiamo ricevuto è chiara ed essenziale e ci aiuta a trovare ciò che davvero conta nella nostra vita: è la libertà del Vangelo che in maniera concreta ci insegna a voler bene a Dio e agli uomini. La libertà del Vangelo è di amare e fare quello che vogliamo, non per vivere secondo noi stessi, ma per legarci nell?entusiasmante avventura del volere bene. Lasciamoci andare alla legge dell?amore, della carità! L?amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L?amore non finisce.

Mons.Vincenzo Paglia





domenica 19 ottobre 2014

"RENDETE A CESARE QUELLO CHE E'DI CESARE E A DIO QUELLO CHE E' DI DIO" XXIX^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A LETTURE: Is 45,1.4-6; Sal 95; 1 Ts 1,1-5b; Mt 22,15-21




Liturgia della Parola


Domenica


19 OTTOBRE 2014





XXIX^ DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO - A



  
LETTURE: 


 Is 45,1.4-6; Sal 95; 1 Ts 1,1-5bMt 22,15-21

Antifona d'ingresso    Sal 16,6.8
Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta,
rivolgi a me l'orecchio e 

ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, 

come la pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali.





COLLETTA
Dio onnipotente ed eterno, crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.






LITURGIA DELLA PAROLA




 
 


PRIMA LETTURA

 Is 45,1.4-6
Ho preso Ciro per la destra per abbattere davanti a lui le nazioni.

Dal libro del profeta Isaìa


Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l’ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Per amore di Giacobbe, mio servo,
e d’Israele, mio eletto,
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro,
fuori di me non c’è dio;
ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall’oriente e dall’occidente
che non c’è nulla fuori di me.
Io sono il Signore, non ce n’è altri».

  C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


SALMO RESPONSORIALE
  
Salmo 95



Grande è il Signore e degno di ogni lode.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Grande è il Signore e degno di ogni lode,
terribile sopra tutti gli dèi.
Tutti gli dèi dei popoli sono un nulla,
il Signore invece ha fatto i cieli.

Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Portate offerte ed entrate nei suoi atri.

Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: «Il Signore regna!».
Egli giudica i popoli con rettitudine
.




SECONDA LETTURA   1 Ts 1,1-5b
Mèmori della vostra fede, della carità e della speranza. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione.


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.  



ACCLAMAZIONE AL VANGELO


 Fil 2,15d-16a

Alleluia, alleluia.
Risplendete come astri nel mondo, 
tenendo alta la parola di vita.

Alleluia. 





PROCLAMAZIONE DEL VANGELO









  
VANGELO  
Mt 22,15-21
Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». 
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.



«Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»


COMMENTO

ALLA PAROLA DI DIO

a cura di Don Lucio Luzzi


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19/10/2014

XXIX domenica del
Tempo Ordinario


Anno A


"E' lecito, o no, pagare
il tributo a Cesare?"



PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
donlucioluzzi@virgilio.it 






Il Vangelo di questa XXIX domenica del Tempo Ordinario ci viene raccontato dall'Evangelista Matteo. 

In quel tempo i Farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi... I farisei dunque mandarono da Lui una loro rappresentanza coassistiti da alcuni erodiani e gli posero questo quesito: 

"Maestro, sappiamo che sei veritiero ed insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perchè non guardi in faccia nessuno! Dunque dì a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?".


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Ma Gesù conoscendo la toro malizia, rispose: 
'Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi fa moneta del tributo”

Ed essi gli presentarono un denaro! Egli domandò loro:
"Di chi é questa immagine e l’iscrizione?
Gli risposero: "E' di Cesare!”
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Una rappresentanza di Farisei

Allora Gesù replicò loro: 

"Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare
e a Dio quello che è di Dio”


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Ormai i rapporti tra Gesù e i farisei (gente perfida e falsa) sono sempre più tesi.


La perfidia dei suoi avversari è insopportabile e cercano qualunque pretesto per accusarlo e farlo condannare.
 

II loro tranello era ben congegnato: 

Se risponde "si” lo accusiamo di essere a favore della occupazione romana! Se, invece, dice "no" lo accusiamo di istigare
le folle a non pagare le tasse all'imperatore Cesare!

La risposta perentoria del Cristo è
"IPOCRITI"


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Quante volte anche noi tiriamo Dio per la giacchetta al fine di giustificare le nostre scelte! 

Nella tua vita quotidiana agisci sempre con lealtà e sincerità, consapevole che devi rispondere del tuo operare davanti alle leggi che regolano la società in cui vivi e davanti a Dio per tutto quello che la coscienza morale e religiosa ti impone; sempre ed esclusivamente per il tuo bene.

Nella liturgia di oggi si prega per la società civile e i suoi
governanti perché promuovano ìl bene comune nel
rispetto delle leggi e dei diritti di tutti i cittadini.

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Lode a Te o Cristo, Re d'eterna gloria!


Don Lucio Luzzi

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Vie dello Spirito is Don Lucio Luzzi

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Vie dello Spirito
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"Signore, vorrei parlare con Te: mi ascolti?"

Videoriflessione a cura di Don Lucio Luzzi 








domenica 12 ottobre 2014

"UN RE,FECE UNA FESTA DI NOZZE PER SUO FIGLIO" XXVIII^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A LETTURE: Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; Mt 22,1-14




Liturgia della Parola

 Domenica

12 OTTOBRE 

2014





XXVIII^ DOMENICA
DEL TEMPO ORDINARIO - A



  
LETTURE: 

  Is 25,6-10a; Sal 22; Fil 4,12-14.19-20; 
Mt 22,1-14
  

Antifona d'ingresso    Sal 129,3-4
Se consideri le nostre colpe, Signore,
chi potrà resistere?
Ma presso di te è il perdono,
o Dio di Israele.





COLLETTA
O Padre, che inviti il mondo intero alle nozze del tuo Figlio, donaci la sapienza del tuo Spirito, perché possiamo testimoniare qual è la speranza della nostra chiamata, e nessun uomo abbia mai a rifiutare il banchetto della vita eterna o a entrarvi senza l'abito nuziale. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.






LITURGIA DELLA PAROLA




 
 


PRIMA LETTURA

 Is 25,6-10a
Il Signore preparerà un banchetto, e asciugherà le lacrime su ogni volto.
Dal libro del profeta Isaìa

Preparerà il Signore degli eserciti
per tutti i popoli, su questo monte,
un banchetto di grasse vivande,
un banchetto di vini eccellenti,
di cibi succulenti, di vini raffinati.
Egli strapperà su questo monte
il velo che copriva la faccia di tutti i popoli
e la coltre distesa su tutte le nazioni.
Eliminerà la morte per sempre.
Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto,
l’ignominia del suo popolo
farà scomparire da tutta la terra,
poiché il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
poiché la mano del Signore si poserà su questo monte».

  C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


SALMO RESPONSORIALE
  
Salmo 22


Abiterò per sempre nella casa del Signore.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
 



SECONDA LETTURA   Fil 4,12-14.19-20
Tutto posso in colui che mi dà forza. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni.
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.
Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.  



ACCLAMAZIONE AL VANGELO

  Cfr Ef 1,17-18

Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.

Alleluia. 





PROCLAMAZIONE DEL VANGELO






  
VANGELO  
Mt 22,1-14 (Forma breve Mt 22,1-10)

Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Dal vangelo secondo Matteo

[ In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. 
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
 
] 
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
 

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.



«un Re,fece 
una festa di nozze per suo figlio»


COMMENTO

ALLA PAROLA DI DIO

a cura di Don Lucio Luzzi


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12/10/2014

XXVIII domenica del
Tempo Ordinario


Anno A


"Un Re fece festa di
nozze per suo figlio"


PENSIERO DELLA DOMENICA
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donlucioluzzi@virgilio.it 



Al tempo di Gesù non esisteva il viaggio di nozze, ma la festa nuziale si svolgeva per vari giorni con banchetti cori in casa, all'aperto, per molti e vari invitati. "Il Regno dei Cieli è simile ad un Re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma  questi non vollero venire. 

Di nuovo mandò altri servi a dire <Ecco ho preparato il mio pranzo, i miei buoi ed i miei animali sono già macellati e tutto è pronto, venite alle nozze>. Ma costoro non se se curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari,  altri presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il Re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme le loro città. 

Poi disse ai suoi servi <Il banchetto nuziale é pronto, ma gli invitati non ne erano degni, andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze>. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala  si riempì di commensali.
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Il Re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: <Amico come mai sei entrato qui senza abito nuziale?> Quelli ammutolì! Allora il Re ordinò ai servi <Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridor di denti perché molti sono chiamati, ma pochi eletti>.
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Era soltanto il Re che dava il banchetto in un salone dei palazzo e prima di accedere agli invitati veniva fatta indossare una tunica che offriva il Re stesso (in tal modo anche gli straccioni, i diseredati, i poveri, potevano partecipare alla festa senza disagio).
Il grande insegnamento di questa parabola sta
nel valore di questa veste: fare opere buone!

Per poter partecipare un giorno al banchetto del cielo,
il relativo biglietto d'ingresso saranno le opere buone che avrai
compiuto nella tua vita terrena!

Non dovrai tanto rendere conto delle tue miserie, debolezze, sbagli, errori, peccati, ma di quello che avrai fatto di bene a te stesso, alla tua famiglia, ai tuoi amici, ai tuoi colleghi di lavoro ecc... e le occasioni non mancano certamente!
Un giorno Gesù disse 
"Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli"


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Jesus is Lord

Non basta cioè pregare soltanto e stare a mani giunte...
 Ma chi al termine della vita terrena può dire:
"...qualcosa di buono ho cercato di fare!"


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Don Lucio Luzzi

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