domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 27 aprile 2014

"BEATI QUELLI CHE PUR NON AVENDO VISTO,CREDERANNO" DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA - ANNO A -LETTURE: At 2,42-47; Sal 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31




Liturgia di


Domenica 27 Aprile 2014








DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA



II^DI PASQUA 

(Domenica dell'Ottava di Pasqua)
Anno A  


  
LETTURE: 

 At 2,42-47Sal 117; 1 Pt 1, 3-9Gv 20, 19-31

Antifona d'ingresso (  1 Pt 2,2)


Come bambini appena nati,
bramate il puro latte spirituale,
che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia.







COLLETTA
Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale ravvivi la fede del tuo popolo, accresci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l'inestimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti.Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.






LITURGIA DELLA PAROLA




 
 


PRIMA LETTURA



At 2,42-47
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. 

Dagli Atti degli Apostoli

Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo.
Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
 
  C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.  


Salmo Responsoriale Sal 117

Rendete grazie al Signore perché è buono: 
il suo amore è per sempre. 


Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.



SECONDA LETTURA  1 Pt 1, 3-9
Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
 

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.  


SEQUENZA PASQUALE

Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».


«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.



ACCLAMAZIONE AL VANGELO 
(Gv 20,29)
Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; 
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.






PROCLAMAZIONE DEL VANGELO





 DAL VANGELO secondo GIOVANNI

Otto giorni dopo, venne Gesù.



La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.



«Mio Signore e mio Dio!»



COMMENTO

ALLA PAROLA DI DIO

a cura di Don Lucio Luzzi



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27/04/2014

II domenica di
Pasqua

Anno A

“Beati quelli che non hanno
visto e hanno creduto”
PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
donlucioluzzi@virgilio.it 

Dopo la Risurrezione Gesù apparve dieci volte: alle donne al sepolcro, a Pietro, ai due di Emmaus, a parecchi Apostoli in Gerusalemme, assente Tommaso - poi lui presente al lago di Tiberiade - al  Monte della Galilea e a mensa per l’ultima volta all’Ascensione. Ma non tutto, come dice Giovanni, è stato scritto. Abbiamo celebrato, con la liturgia, i trionfi della Risurrezione ed ora continuiamo per 40 giorni. Fino all’Ascensione, Gesù deve convincere  i suoi che Lui con il suo corpo glorioso, non è un fantasma, ma è veramente in carne ed ossa, come loro per tre anni lo avevano sempre visto, standogli accanto. In verità, gli apostoli, della Sua risurrezione tante volte preannunciata, non avevano capito niente. I discorsi che il Maestro faceva loro, di passione, morte, risurrezione, erano inconcepibili.

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Hanno dovuto costatare di persona, i tragici fatti del tradimento di uno di loro e della fine cruente del loro Signore. Tanta è la delusione e lo scoraggiamento, che non riescono nemmeno ad ipotizzare che la promessa del Cristo di vincere la morte, si possa essere realizzata. 
Tommaso è l’uomo che dubita!

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E mentre i più anziani non esprimono giudizi, il più giovane, Tommaso, confermerà la sua incredulità. Più facile e più radicata a quell’ età, con drastiche decisioni: “Io se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e se non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò…”.

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E Gesù lo prende in parola: “… Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente...”

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L’hai notato l’atteggiamento del Cristo?

Non c’è una parola di rimprovero per il comportamento vile dei suoi amici, dall’arresto nell’ orto degli ulivi in poi.

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A Lui interessa confermarli nella fede, manifestando il Suo amore e le Sue premure di sempre per i suoi amici, ai quali dovrà dare, quando li lascerà definitivamente per tornare al Padre, l’arduo compito

“… Andate in tutto il mondo, predicate e
convertite, testimoniando con la vostra fede”


Quando Tommaso si getta a terra e fa, finalmente, la sua professione di fede:
"Mio Signore e mio Dio!”, Gesù si rivolge immediatamente
a me, a te, a tutti noi:
”… Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”


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Qui sta il segreto della nostra fede!

Quante volte, anche noi, vorremmo avere prove concrete, tangibili, su tanti aspetti della nostra religione che ci sembrano assurdi, inconcepibili, perché al di fuori completamente dell’uso dei nostri sensi.

E scatta la nostra incredulità, che ci può portare, senza che ce ne accorgiamo, a negare, in pratica, anche i principali motivi di  gioia, che ci propone la nostra fede.

Quante volte avrai inteso dire, e tu stesso ti sei posto l’interrogativo; si leggo il Vangelo e rimango attratto da questi eventi... però, questa vita eterna, paradiso, di cui tanto si parla, esisterà davvero?…

Nemmeno le mie persone care, dopo la loro vita terrena, sono venute mai a dirmi niente, a darmi certezze... 

Lo sai perché, a volte, ti assillano questi pensieri?

Perché con le esperienze amare della nostra vita quotidiana sembra impossibile che possa esistere un luogo, un tempo di completa felicità eterna, senza fine!

Perché la Chiesa continua a farci cantare "Alleluja"?

Proprio perché Cristo con la sua morte e risurrezione ha garantito ad ognuno di noi un posto in questa felicità senza fine.

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Allontana dalla tua mente l’incredulità!Image

Fidati di Cristo, via verità e vita, ed anche io e te, gettiamoci insieme in ginocchio e ripetiamo dal profondo del cuore anche noi: 

”CREDO SIGNORE, AUMENTA  LA MIA FEDE"

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Don Lucio Luzzi


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donlucioluzzi@virgilio.it 

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Vie dello Spirito is Don Lucio Luzzi

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VIDEO CORRELATI:



Vie dello Spirito
 presenta il

Video correlato


"Credo in Te"
Elaborazione musicale di Mons. Marco Frisina - Introduzione di Don Lucio Luzzi









"OTTO GIORNI DOPO VENNE GESU'"

videovangelo a cura di "Gesu'di Nazareth-blog"








SANTI GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII

27 APRILE 2014 ORE 10,15 PAPA FRANCESCO HA PROCLAMATO SANTI PAPA GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII


27 APRILE 2014 DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA,CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII


MESSAGGIO AI GIOVANI
PAPA GIOVANNI PAOLO II


Vivete nella Fede,
trasmettetela ai figli,
testimoniatela nella vita,
amate la Chiesa, vivete in essa e per essa,
fate spazio nel cuore a tutti gli uomini,
perdonatevi a vicenda,
costruite ambienti di pace ovunque siete.

Ai non credenti dico: cercate Dio,
Egli sta cercando voi.
E ai sofferenti dico:
abbiate fiducia,
Cristo che vi ha preceduto
vi darà la forza di far fronte al dolore.
Ai giovani: spendete bene la vita,
è un tesoro unico.
A tutti: la Grazia di Dio vi accompagni ogni giorno.
E salutatemi i vostri bambini, appena si svegliano.
Come vorrei che questo mio « buon giorno »
fosse per loro presentimento di una buona vita,
a consolazione vostra e mia,
e di tutta la Chiesa. Papa Giovanni Paolo II




27 APRILE 2014,DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA,CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII


MESSAGGIO DI PASQUA
PAPA GIOVANNI XXIII
13 APRILE 1963


Principe della pace, Gesù Risorto,
guarda benigno all'umanità intera.
Essa da Te solo aspetta l'aiuto
e il conforto alle sue ferite.
Come nei giorni del tuo passaggio terreno,
Tu sempre prediligi i piccoli, gli umili, i doloranti;
sempre vai a cercare i peccatori.
Fa' che tutti Ti invochino e Ti trovino,
per avere in Te la via, la verità, la vita.

Conservaci la tua pace,
o Agnello immolato per la nostra salvezza:
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
dona a noi la pace!

Allontana dal cuore degli uomini
ciò che può mettere in pericolo la pace,
e confermali nella verità, nella giustizia, nell'amore dei fratelli.

Illumina i reggitori dei popoli, affinché,
accanto alle giuste sollecitudini per il benessere dei loro fratelli,
garantiscano e difendano il grande tesoro della pace;
accendi le volontà di tutti
a superare le barriere che dividono,
a rinsaldare i vincoli della mutua carità,
a essere pronti a comprendere, a compatire,
a perdonare, affinché nel tuo nome le genti si uniscano,
e trionfi nei cuori, nelle famiglie, nel mondo
la pace, la tua pace.


PAPA GIOVANNI XXIII




sabato 26 aprile 2014

27 APRILE 2014,DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA - CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II E GIOVANNI XXIII -

Papa Wojtyla, un Pontificato che ha cambiato la storia


 Lolek, questo il vezzeggiativo usato da amici e familiari per chiamare il giovane Karol Josef Wojtyla. Lolek nasce a Wadowice, cittadina a 50 chilometri da Cracovia in Polonia, il 18 maggio 1920 da Karol Wojtyla senior, ex-ufficiale dell’esercito asburgico, e da Emilia Kaczorowska, figlia di un sellaio. L’infanzia di Karol viene segnata da una serie di lutti. A soli 9 anni perde la madre, che muore per una malattia cardiaca congenita. Quando Karol seppe della notizia disse: “Era la volontà di Dio”. Nel 1932 anche il fratello maggiore Edmund, medico (Karol era l’ultimo di tre figli, la sorella, Olga, era morta prima che lui nascesse, ndr.), muore dopo aver contratto la scarlattina da un suo paziente. A 21 anni il futuro Papa Giovanni Paolo II rimane solo: Karol senior si spegne a Cracovia.
GLI STUDI - Karol frequenta la scuola con serietà e applicazione, raccontano, e terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrive all’Università Jagellónica di Cracovia. Quando le forze di occupazione naziste chiudono l’Università nel 1939, il giovane Karol si trova un lavoro prima in una cava poi nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. Nel 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, il giovane Lolek frequenta i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Contemporaneamente diventa uno dei promotori del “Teatro Rapsodico”, anch’esso clandestino. Dopo la guerra, Wojtyla continua i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1° novembre 1946, per le mani dell’Arcivescovo Sapieha. Karol arriva a Roma poco dopo aver preso i voti e sotto la guida del domenicano francese P. Garrigou-Lagrange consegue nel 1948 il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. Nel 1948 ritorna in Polonia e diventa coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowic, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città, diventando cappellano degli universitari fino al 1951. Il 4 luglio 1958, Papa Pio XII nomina Wojtyla Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. A 42 anni, il 13 gennaio 1964, viene nominato Arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI, lo stesso, nel corso del Concistoro del 26 giugno 1967, lo crea e pubblica cardinale.
L'INIZIO DEL PONTIFICATO - Il 16 ottobre del 1978 i cardinali, riuniti in Conclave, eleggono il cardinale polacco 263esimo successore di Pietro con il nome di Giovanni Paolo II. Wojtyla è il primo Papa polacco, il primo Papa non italiano e soprattutto è un Papa molto giovane, ha solo 58 anni.
L'ATTENTATO - Il 13 maggio 1981 il Papa subisce un attentato quasi mortale. Mehmet Ali Agca, un killer professionista turco, spara due colpi di pistola in piazza San Pietro proprio contro Giovanni Paolo II colpendolo all’addome.
Wojtyla è soccorso immediatamente e dopo oltre 5 ore di intervento al Policlinico Gemelli di Roma sopravvive . Due anni dopo, nel Natale del 1983 il Pontefice incontra il suo attentatore e lo perdona. Ali Agca viene in seguito condannato all’ergastolo dalla giustizia italiana per attentato a Capo di Stato estero. Nel 2000 il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, concede all’attentatore del Papa la grazia. Un anno dopo il 12 maggio 1982 a Fatima, Giovanni Paolo II subisce un altro attentato: un uomo lo colpisce di striscio con una baionetta, prima di essere fermato dalla sicurezza. L’attentatore questa volta è un sacerdote spagnolo di nome Juan María Fernández y Krohn, che si opponeva alle riforme del Concilio Vaticano II e definiva il Papa un “agente di Mosca”. Fu condannato a sei anni di prigione ed espulso dal Portogallo.
L'AMORE PER I GIOVANI - Il suo amore per i giovani e il suo instancabile spirito pastorale lo spingono ad iniziare, nel 1985, le Giornate Mondiali della Gioventù, che durante il suo Pontificato si ripeterono per 19 volte in diverse parti del mondo. Il 22 ottobre 1993 conferma la regola del celibato sacerdotale nella Chiesa latina, affermando che “bisogna ardire, mai ripiegare”. Nello stesso anno visita la Sicilia, in un periodo segnato dalle tragiche vicende riguardanti i delitti mafiosi fra i quali quelli di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nello splendido scenario della Valle dei Templi di Agrigento, Wojtyla pronuncia un discorso di grande impatto accusando la mafia davanti a milioni di fedeli.
LA MORTE - Giovanni Paolo II muore in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37, mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia. Da quella sera e fino all’8 aprile, giorno dei funerali solenni del Pontefice più di tre milioni di pellegrini confluiscono a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro. Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI concede la dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. La Causa si apre ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.



Papa Roncalli, regista del Concilio e uomo dei poveri

Papa Giovanni XXIII è stato il Papa della rivoluzione. Il suo pontificato è segnato da episodi indelebilmente rgistrati dalla memoria popolare

Doveva essere il ‘Papa della transizione’ e in realtà è stato il ‘Papa della rivoluzione’. Tra le molte novità introdotte nelpontificato di Giovanni XXIII, padre del Concilio vaticano II, c’è l’aumento del numero massimo di cardinali a 75, superando il tetto di 70 cardinali ormai fermo da secoli. Oltre che da un’aneddotica celeberrima e vastissima il suo pontificato è segnato da episodi indelebilmente registrati dalla memoria popolare:durante il suo primo Natale da Papa visita i bambini malati ospiti dell’ospedale romano Bambin Gesù, dove con intima e contagiosa dolcezza benedice i piccoli, alcuni dei quali lo scambiano per Babbo Natale.
Il giorno seguente visita i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli. Nell’occasione dice loro: "Non potete venire da me, così io vengo da voi. Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore. La prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il Papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari".
L'INCONTRO CON JACQUELINE KENNEDY - Un altro esempio che si può ricordare è quando Jacqueline Kennedy, moglie del presidente degli Stati Uniti, arriva in Vaticano per incontrarlo, il Papa inizia a provare nervosamente le due formule di benvenuto che gli era stato consigliato di usare (“mrs Kennedy, madame” e “madame, mrs Kennedy”); all’incontro, per il divertimento della stampa, il papa abbandona entrambe le forumle e correndole incontro la chiama semplicemente “Jackie!”. Fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo le remore e le resistenze della parte conservatrice della Curia, Giovanni XXIII indice un concilio ecumenico, meno di 90 anni dopo il controverso Concilio Vaticano II. Mentre i suoi aiutanti stimavano di dover impiegare almeno un decennio per i preparativi, Giovanni XXIII progettò di tenerlo nel giro di pochi mesi.
PELLEGRINAGGIO A LORETO - Il 4 ottobre 1962, ad una settimana dall’inizio del concilio, Giovanni XXIII si reca in pellegrinaggio a Loreto e Assisi per affidare le sorti dell’imminente Concilio alla Madonna e a San Francesco. Per la prima volta dall’unità d’Italia un Papa varcava i confini del Lazio ripercorrendo i territori che anticamente erano appartenuti allo Stato pontificio: questo seppur breve tragitto ripristinerà l’antica figura del papa pellegrino che i suoi successori porteranno poi a pieno compimento. Il 2 dicembre 1960 in Vaticano Giovanni XXIII incontra Geoffrey Francis Fisher, arcivescovo di Canterbury; è la prima volta in oltre 400 anni che un capo della Chiesa Anglicana visita il Papa. Comunque il Concilio rimane il più grande contributo che Roncalli fece alla Chiesa. Si trattava di una decisione personale, presa dal Papa dopo consultazioni private con alcuni intimi e col Segretario di Stato, Cardinale Tardini. Le finalità assegnate all’Assise Conciliare, elaborate in maniera compiuta nel discorso di apertura dell’11 ottobre 1962, erano originali: non si trattava di definire nuove verità, ma di riesporre la dottrina tradizionale in modo più adatto alla sensibilità moderna.
Nella prospettiva di un aggiornamento riguardante tutta la vita della Chiesa, Giovanni XXIII invitava aprivilegiare la misericordia e il dialogo con il mondo piuttosto che la condanna e la contrapposizione in una rinnovata consapevolezza della missione ecclesiale che abbracciava tutti gli uomini. In quest’apertura universale non potevano essere escluse le varie confessioni cristiane, invitate anch’esse a partecipare al Concilio per dare inizio ad un cammino di avvicinamento. Nel corso della prima fase si poté costatare che Giovanni XXIII voleva un Concilio veramente deliberante, di cui rispettò le decisioni dopo che tutte le voci ebbero modo di esprimersi e di confrontarsi. Il prestigio e l’ammirazione universali si poterono misurare pienamente in occasione delle ultime settimane della sua vita, quando tutto il mondo si trovò trepidante attorno al capezzale del Papa morente ed accolse con profondo dolore la notizia della sua scomparsa la sera del 3 giugno 1963.
FONTE:www.quotidiano.net


lunedì 21 aprile 2014

MESSAGGIO URBI ET ORBI DEL SANTO PADRE FRANCESCO PASQUA 2014 Loggia centrale della Basilica Vaticana Domenica, 20 aprile 2014

Cari fratelli e sorelle, buona e santa Pasqua!
Risuona nella Chiesa sparsa in tutto il mondo l’annuncio dell’angelo alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. E’ risorto … venite, guardate il luogo dove era stato deposto» (Mt 28,5-6).
Questo è il culmine del Vangelo, è la Buona Notizia per eccellenza: Gesù, il crocifisso, è risorto! Questo avvenimento è alla base della nostra fede e della nostra speranza: se Cristo non fosse risorto, il Cristianesimo perderebbe il suo valore; tutta la missione della Chiesa esaurirebbe la sua spinta, perché è da lì che è partita e che sempre riparte. Il messaggio che i cristiani portano al mondo è questo: Gesù, l’Amore incarnato, è morto sulla croce per i nostri peccati, ma Dio Padre lo ha risuscitato e lo ha fatto Signore della vita e della morte. In Gesù, l’Amore ha vinto sull’odio, la misericordia sul peccato, il bene sul male, la verità sulla menzogna, la vita sulla morte.
Per questo noi diciamo a tutti: «Venite e vedete!». In ogni situazione umana, segnata dalla fragilità, dal peccato e dalla morte, la Buona Notizia non è soltanto una parola, ma è una testimonianza di amore gratuito e fedele: è uscire da sé per andare incontro all’altro, è stare vicino a chi è ferito dalla vita, è condividere con chi manca del necessario, è rimanere accanto a chi è malato o vecchio o escluso… “Venite e vedete!”: l’Amore è più forte, l’Amore dona vita, l’Amore fa fiorire la speranza nel deserto.
Con questa gioiosa certezza nel cuore, noi oggi ci rivolgiamo a te, Signore Risorto!
Aiutaci a cercarti affinché tutti possiamo incontrarti, sapere che abbiamo un Padre e non ci sentiamo orfani; che possiamo amarti e adorarti.
Aiutaci a sconfiggere la piaga della fame, aggravata dai conflitti e dagli immensi sprechi di cui spesso siamo complici.
Rendici capaci di proteggere gli indifesi, soprattutto i bambini, le donne e gli anziani, a volte fatti oggetto di sfruttamento e di abbandono.
Fa’ che possiamo curare i fratelli colpiti dall’epidemia di ebola in Guinea Conakry, Sierra Leone e Liberia, e quelli affetti da tante altre malattie, che si diffondono anche per l’incuria e la povertà estrema.
Consola quanti oggi non possono celebrare la Pasqua con i propri cari perché strappati ingiustamente ai loro affetti, come le numerose persone, sacerdoti e laici, che in diverse parti del mondo sono state sequestrate.
Conforta coloro che hanno lasciato le proprie terre per migrare in luoghi dove poter sperare in un futuro migliore, vivere la propria vita con dignità e, non di rado, professare liberamente la propria fede.
Ti preghiamo, Gesù glorioso, fa’ cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente!
Ti supplichiamo, in particolare, per la Siria, l’amata Siria, perché quanti soffrono le conseguenze del conflitto possano ricevere i necessari aiuti umanitari e le parti in causa non usino più la forza per seminare morte, soprattutto contro la popolazione inerme, ma abbiano l’audacia di negoziare la pace, ormai da troppo tempo attesa!
Gesù glorioso, ti domandiamo di confortare le vittime delle violenze fratricide in Iraq e di sostenere le speranze suscitate dalla ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi.
Ti imploriamo che venga posta fine agli scontri nella Repubblica Centroafricana e che si fermino gli efferati attentati terroristici in alcune zone della Nigeria e le violenze in Sud Sudan.
Ti chiediamo che gli animi si volgano alla riconciliazione e alla concordia fraterna in Venezuela.
Per la tua Risurrezione, che quest’anno celebriamo insieme con le Chiese che seguono il calendario giuliano, ti preghiamo di illuminare e ispirare iniziative di pacificazione in Ucraina, perché tutte le parti interessate, sostenute dalla Comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo  per impedire la violenza e costruire, in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese. Che loro come fratelli possano oggi cantare Хрhctос Воскрес.
Per tutti i popoli della Terra ti preghiamo, Signore: tu che hai vinto la morte, donaci la tua vita, donaci la tua pace! Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!

domenica 20 aprile 2014

"EGLI DOVEVA RISUSCITARE DAI MORTI" Domenica di Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore Gesu' Cristo





Liturgia della Parola

 Domenica

20 APRILE 2014





PASQUA DI RESURREZIONE
DEL SIGNORE

LETTURE: 
At 10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Mt 28,1-10





Antifona d'Ingresso  Cf Sal 138,18.5-6
Sono risorto, sono sempre con te;
tu hai posto su di me la tua mano,
è stupenda per me la tua saggezza. Alleluia.



Colletta
O Padre, che in questo giorno, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore risorto. Egli è Dio...



PRIMA LETTURA At 10, 34a. 37-43
Noi abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
 

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

    C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.




SALMO RESPONSORIALE

  Dal Salmo 117


Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.


SECONDA LETTURA  Col 3, 1-4
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


SEQUENZA PASQUALE


Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre.

Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa.

«Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea».

Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza.


  

ACCLAMAZIONE AL VANGELO 




Cf 1 Cor 5,7b-8a 
Alleluia, alleluia.
Cristo, nostra Pasqua, è immolato:
facciamo festa nel Signore.

Alleluia.
 

   
Vangelo Anno A  Mt 28,1-10
E' risorto e vi precede in Galilea.


Dal vangelo secondo Matteo

Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di

Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto». 
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
 
___________________________________________________________________
   

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te,o Cristo




«Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto»



COMMENTO ALLA PAROLA


a cura di

Don LUCIO LUZZI




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20/04/2014

Domenica di Pasqua
Anno A

Risorti con Cristo,
”cercate le cose di lassù”

PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO


Esultiamo di gioia: Alleluia! La vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte è anche la nostra vittoria! Per questo rendiamo grazie a Dio Padre per le meraviglie che ha operato in Cristo per la nostra salvezza. Se hai l’opportunità di vivere con la liturgia il triduo sacro (giovedì, venerdì e sabato) della settimana santa, puoi seguire, ora per ora, il drammatico epilogo della vita terrena di Gesù, che dal punto di vista umano è stata un fallimento in tutti i sensi. Negli apostoli e nelle pie donne c’è soltanto sconcerto e delusione! Non hanno coraggio di parlare, ma nei loro volti appare evidente lo sconforto e la tristezza che invade il loro cuore. La prima protagonista di eventi che accentuano ancora più il dolore è una grande innamorata di Gesù, Maria Maddalena. Vede tolta la pietra dal sepolcro e deduce subito che è stato manomesso; mossa dal suo animo ardente, immediatamente torna indietro a dare la drammatica notizia. 

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Una raffigurazione di Maria Maddalena


Chiama in disparte Pietro e Giovanni e dice loro: 
”...hanno portato via il Signore dal sepolcro…
e non sappiamo dove lo hanno messo...”


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Pietro e Giovanni, in corsa verso il Sepolcro

Pietro quindi, con quell’altro discepolo... vennero al sepolcro; correvano... l’altro più lesto… giunse primo... Bellissima questa scena dei due che corrono per recarsi al sepolcro a costatare l’accaduto. 

Partono tutti e due di corsa, ma poco dopo Pietro, anziano, deve rallentare il passo; Giovanni invece, giovanissimo, corre veloce fino lassù; si affaccia sporgendo la testa entro la bassa apertura della cella interna mortuaria, ma non entra, e con un gesto di grande rispetto, aspetta Pietro, il capo, che entrò per primo. 

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Stupenda la figura di questo ragazzo che vide e credette, perché, fino ad allora, non avevano compreso la Scrittura, che Egli cioè, doveva risuscitare dal morti. 

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Pietro, invece, entrato, guarda ed esamina fasce e sindone con spirito critico, ma ancora non crede, perché lui ha interpretato la Scrittura con mentalità ebraica per cui il Messia doveva essere il trionfatore terreno.

Oggi per noi prorompe immediata la gioia dell’Alleluja! 


Ma gioia di che cosa?
Ripeteva spesso Paolo:
“Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede”


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San Paolo

Eccolo il motivi della nostra grande esultanza. Al di sopra di ogni nostra condizione o situazione terrena sfavorevole, oggi, io, tu ed ogni cristiano possiamo e dobbiamo esultare di gioia perché con la morte di Cristo è venuta la nostra salvezza e, come Lui è risorto, così ognuno di noi risorgerà un giorno a nuova vita. 

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Gesù Cristo è il Signore

Io penso a te che durante l’anno sei sempre preso da mille occupazioni e preoccupazioni e provo per te, creatura di Dio, una grande tenerezza, perché istintivamente oggi lasci da parte tutto e vai anche tu alla Messa di Pasqua. 

Saremo spiritualmente uniti e
canteremo insieme il nostro alleluia!
 
Ad un certo punto il celebrante, inviterà tutti ad un fraterno saluto di pace e di auguri. Sarà bello e facile, dare la mano al tuo vicino e con un sorriso dirgli 

“Buona Pasqua” 

Io in quel momento cercherò di pensare a quella persona che mi è antipatica, a quella famiglia del condominio con la quale da tempo abbiamo rotto ogni relazione, a quella persona antagonista nel mio lavoro, nei miei interessi, nei miei sentimenti... Anche tu, forse, ti trovi nelle stesse mie situazioni.

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Facciamo uno sforzo; immaginiamo di tendere la mano a queste persone e dire loro ”auguri, auguri, buona Pasqua!...” mentre al termine della Messa sentirai cantare:

QUESTO E’ IL GIORNO CHE HA FATTO IL SIGNORE,
RALLEGRIAMOCI ED ESULTIAMO, ALLELUJA!

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Christus vincit, Christus regnat, Christus ímperat


Passeremo insieme una stupenda giornata di serenità e di pace!

Don Lucio Luzzi
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Vie dello Spirito is Don Lucio Luzzi

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Don Lucio Luzzi 
 lo Staff di Vie dello Spirito e il Blog "Gesu'di Nazareth" 

augurano a tutti
Buona Pasqua di Risurrezione


Vie dello Spirito
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Videoriflessione a cura di Don Lucio Luzzi - donlucioluzzi@virgilio.it 








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