domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 30 marzo 2014

"TU CREDI NEL FIGLIO DELL'UOMO"? (Guarigione del cieco nato) IV^Domenica di Quaresima -ANNO A- LETTURE: 1 Sam 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a; Sal 22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41





Liturgia della Parola

 Domenica

30 Marzo 2014




IV^DOMENICA DI QUARESIMA

Anno A




LETTURE:

1 Sam 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a; Sal 22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41




Antifona d'Ingresso  Cf Is 66,10-11
Rallégrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l'amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell'abbondanza
della vostra consolazione.





PRIMA LETTURA 1 Sam 16, 1b.4a. 6-7. 10-13a
Davide è consacrato con l'unzione re d'Israele.


Dal primo libro di Samuele
In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

    C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.




SALMO RESPONSORIALE

  Dal Salmo 22


Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
 


SECONDA LETTURA  Ef 5, 8-14
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà. 


Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

  
ACCLAMAZIONE AL VANGELO 



Cf Gv 8,12b
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me, avrà la luce della vita. 
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!   
   
Vangelo  Gv 9, 1-41 (forma breve: 
Gv 9,1.6-9.13-17)
Il cieco andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita ] e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».
Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».  
Detto questo, 
[ sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 
] Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». 
] Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. 
] Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane». 

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te,o Cristo



 Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò,«Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».



COMMENTO ALLA PAROLA


a cura di

Don LUCIO LUZZI

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30/03/2014

IV domenica di
Quaresima


Anno A


Gesù disse al cieco:
"Tu credi nel Figlio dell'uomo?"


PENSIERO DELLA DOMENICA
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donlucioluzzi@virgilio.it 

I passaggi del Vangelo che la Chiesa ci offre per questo ciclo liturgico quaresimale sono una vera catechesi. Nella prima domenica di Quaresimaabbiamo ascoltato il Vangelo delle Tentazioni e abbiamo pensato nelle prove, lotte e difficoltá della vita; nella seconda abbiamo contemplato laTransfigurazione del Signore, nella quale siamo stati illuminati con la contemplazione, alla luce della fede, della faccia del Signore ed abbiamo meditato la nostra condizione di filiazione divina. Nella terza domenica appare la Samaritana, alla quale Gesù chiede dell' acqua. Oggi, quarta domenica della Quaresima, il cieco che comincia a vedere per iniziativa di Gesù, e che poi lo adora. La liturgia domenicale ci propone spesso i miracoli compiuti da Gesù. Oggi Dio ci interroga sulla qualità della nostra fede.
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Quaresima, tempo favorevole...

Noi dobbiamo impegnarci a renderla più viva attraverso un incontro personale con Cristo, con la sua Parola ed i sacramenti.
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La parola "miracolo" esprime qualsiasi fenomeno prodotto da una forza soprannaturale, in quanto sfugge alle normali leggi della natura. 

E viene confermato anche nel nostro lessico popolare: quante volte, forse anche tu, in varie circostanze, avrai usato l'espressione ... "... non posso mica fare miracoli... non posso fare l'impossibile"

Se ti metti a raffronto con il Cristo, vedi subito la profonda differenza: noi con i nostri limiti, spesso molto accentuati, Lui con la sua potenza straordinaria, perché è Dio!

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Gesù è il Signore

Questa volta è un cieco, Bartimeo,
seduto lungo la strada a mendicare! 

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Gli dicono che passa Gesù e lui "al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: Figlio di David, Gesù, abbi pietà di me!".


Non aveva altro modo per attirare (con tipica insistenza orientale) l'attenzione di Gesù, dato che il Signore passava contornato da grande folla rumorosa, mentre egli sedeva al bordo della strada. 

Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?" 
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E il cieco a Lui :
"Rabbunì, che io riabbia la vista!"


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E Gesù gli rispose: 
"Va, la tua fede ti ha salvato"


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E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. In tutti i miracoli descritti nel Vangelo, appare evidente come Gesù è sempre pronto ad esaudire la richiesta fatta con fede. E questo, per noi, è un grande insegnamento. 

Spesso la nostra languida fede viene soprafatta dal raziocinio. Nel chiedere l'intervento di Gesù per la nostra preoccupante situazione, dubitiamo molto del possibile risultato, perché anteponiamo la logica, il nostro raziocinio.

La nostra sfiducia è conseguenza di quelle analisi, di quella diagnosi, di quelle previsioni.... Se ti trovi in situazioni pesanti e difficili della vita familiare, quante volte dal tuo cuore è emersa la sensazione, quasi certezza, che" tanto oramai, a come si sono messe le cose, non c'è più nulla da fare...
Sforzati di chiedere aiuto a Gesù, senza nessun condizionamento, con estrema fiducia! Non stare ad elencare tutti gli aspetti negativi; Lui ti conosce benissimo. 

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Ti posso suggerire un consiglio? Chiedi non telegraficamente, ma ripetutamente, con insistenza. 

Un giorno Gesù disse: 
"Se anche non meritate il mio intervento, lo otterrete,
per lo meno, da quanto siete noiosi..."
 


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GRAZIE SIGNORE DELLA TUA SCONFINATA BONTA’!

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B u o n a   Q u a r e s i m a

Don Lucio Luzzi



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"Ti ringrazio o mio Signore"

Introduzione al canto a cura di Don Lucio Luzzi








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"Tu credi nel Figlio dell'Uomo?"






"Credo in unum Deum"
(Balduzzi-Casucci)


















sabato 29 marzo 2014

SONO IL SIGNOR CHE TI GUARISCE


SONO IL SIGNOR CHE TI GUARISCE
(D.MOEN)


Sono il tuo Dio, il tuo Signor,
colui che ti guarisce.
La mia Parola ti sanerà,
sono il Signor che ti guarisce.


Tu sei il mio Dio, il mio Signor,
colui che mi guarisce.
La tua Parola mi sanerà,
tu sei il Signor che mi guarisce.





domenica 23 marzo 2014

"DAMMI DA BERE" III^Domenica del Tempo di Quaresima - ANNO A- LETTURE: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42





Liturgia della Parola

 Domenica

23 Marzo 2014






III^DOMENICA DI QUARESIMA

Anno A




LETTURE:

Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42






PRIMA LETTURA    Es 17, 3-7
Dacci acqua da bere.


Dal libro dell'Èsodo.
In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
    C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.




SALMO RESPONSORIALE

  Dal Salmo 94

Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».
 


SECONDA LETTURA  Rm 5, 1-2. 5-8
L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

  
ACCLAMAZIONE AL VANGELO 



Cf Gv 4,42.15
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Signore,tu sei veramente il salvatore del mondo;dammi dell'acqua viva, perché non abbia più sete.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!   
   
Vangelo   Gv 4, 5-42 (forma breve: Gv 4,5-15.19-26)
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.
Dal vangelo secondo Giovanni
             

[  In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 
] Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 
Gli replica la donna: «Signore, 
vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». ]
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?».
La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo». ]


C: Parola del Signore.
A: Lode a Te,o Cristo




«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva».


COMMENTO ALLA PAROLA


a cura di

Don LUCIO LUZZI

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23/03/2014

III domenica di
Quaresima
Anno A

Gesù alla samaritana:
"Dammi da bere"


PENSIERO DELLA DOMENICA
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donlucioluzzi@virgilio.it 



La Liturgia di questa III Domenica di Quaresima ci presenta una pagina dell’evangelista Giovanni dove viene narrato un fatto con molte circostanze di tutto l’episodio che lo attestano come testimone oculare. “...Gesù giunse in una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di  Giacobbe…”. E’ probabilmente il nome aramaico dell’antichissima Sichem (oggi Tell Balata) situata nella parte sud-est della Samaria, vicino al monte Garizim e all’attuale Nablus. Distrutta da Giovanni Arcano nel 128 a.C. era però ancora un piccolo centro abitato ai tempi di Gesù.
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Gesù dunque affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno: giunse un donna samaritana ad attingere l’acqua. 
Le dice Gesù: 
“D a m m i   d a   b e r e…”


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Secondo il rigoroso costume giudaico, Gesù ordinariamente non soleva trattenersi a solo con le donne. I rabbini arrivavano al punto di non parlare in pubblico neppure con la propria moglie, perché disdegnavano di trattare con gli ignoranti, quali giudicavano le donne.

“Come mai tu che sei giudeo, chiedi da bere a me,
che sono una donna samaritana?”


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E Gesù con un lungo colloquio
la porta sulla strada della conversione!


Anche a me, a te Gesù dice categoricamente
“Se non vi convertite... perirete tutti allo stesso modo…"

Non è un invito, un consiglio, ma un ordine categorico, espressione del Suo grande anelito che vuole tutti salvi.

Per questo è venuto sulla terra e vuole che nemmeno uno si danni!

Come siamo assurdi quando continuiamo ad escludere nel nostro cammino quotidiano, la conversione, la penitenza!

Sono i binari della nostra salvezza, per il raggiungimento della vera felicità.

E questo Dio misericordioso ha tante premure per la mia salvezza, come faccio a respingere le Sue proposte, ostinandomi a seguire le vie del male e del peccato, che mi immergono nella delusione, rimorso, insoddisfazione, illusione, a volte disperazione?

Ecco il tempo favorevole della Quaresima!

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Mi sembrerà troppo difficile, anzi impossibile estirpare quel vizio, quel mio modo di fare e dire non equilibrato, quell’ alimentare nella mia mente e cuore, risentimento per il torto subito e dover affrontare, con coraggio, l’enorme problema del perdono.

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Dà una frustata alla tua labile volontà; non trovare alibi, giustificazioni. Prova anche tu a seguire questo cammino della conversione - penitenza.

Non dire è impossibile, non ci riesco… Questi motivi giustificativi sono la tentazione che cerca di tutto per farti ritornare alla tua situazione di sempre.

Provaci: all’inizio sarà durissima; ma lungo questo percorso della conversione comincerai ad intravedere una luce abbagliante. Cos' è? E’ una luce che inonderà la tua anima di serenità, di felicità vera.

Fantasie? Ipotesi assurde per la tua situazione? No, è la realtà che ti garantisce Cristo, che conosce ogni risvolto del tuo cuore: ti tende una mano per aiutarti a dire, prossimamente, forse per la prima volta, "BUONA PASQUA A TUTTI"; anche a quelli con i quali hai conti e rivalse in sospeso.

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Quaresima, tempo favorevole


Ma se sono tuo nemico perché mi augurerai Buona Pasqua? 
Perché nel considerarti mio fratello, ho trovato la vera felicità!

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Signore mio, perché tutte queste ansie e premure per me?


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“Perchè ti voglio bene”

Don Lucio Luzzi



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"Quaresima, tempo favorevole"

Videoriflessione a cura di Don Lucio Luzzi - donlucioluzzi@virgilio.it 





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"Chi beve dell'acqua che io gli daro',non avra' piu sete"



            


"Dall'Aurora al Tramonto"
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