domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 29 gennaio 2012

"EGLI INFATTI INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITA' "




Liturgia di
Domenica 29 Gennaio 2012





 
IV^DOMENICA DEL 
TEMPO ORDINARIO
ANNO (B)   Colore liturgico: verde 

 
LETTURE:
 Dt 18, 15-20; Sal. 94; 1 Cor 7, 32-35; 
Mc 1, 21-28.
  


ANTIFONA D'INGRESSO



Salvaci, Signore Dio nostro,
e raccoglici da tutti i popoli,
perché proclamiamo il tuo santo nome
e ci gloriamo della tua lode. (Sal 106,47) 


GLORIA A DIO



Gloria a Dio, nell'alto dei cieli, e pace in terra 
agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, 
ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, 
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.

Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, 
Agnello di Dio, Figlio del padre;
tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, 
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo;
nella gloria di Dio Padre. Amen.










COLLETTA

O Padre, che nel Cristo tuo Figlio
ci hai dato l’unico maestro di sapienza
e il liberatore dalle potenze del male,
rendici forti nella professione della fede,
perché in parole e opere
proclamiamo la verità
e testimoniamo la beatitudine
di coloro che a te si affidano. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 



 LITURGIA DELLA PAROLA
 

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PRIMA LETTURA



Dt 18,15-20
Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.

 ‡ Dal libro del Deuterònomio


Mosè parlò al popolo dicendo: 
«Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. 
Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. 
Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”».


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

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 SALMO RESPONSORIALE






RIT:Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA



1Cor 7,32-35
La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.

‡ Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi


Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.
Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.



C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.



ACCLAMAZIONE AL VANGELO
(Mt 4, 16)

Alleluia, alleluia.
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morteuna luce è sorta.

Alleluia.



PROCLAMAZIONE DEL VANGELO 

 


 

Dal VANGELO secondo MARCO

Mc 1,21-28
Insegnava loro come uno che ha autorità.


E Gesù gli ordinò severamente: «Taci, esci da lui!». E lo Spirito impuro, straziandolo e gridando uscì da lui.In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

 




C: Parola del Signore
A: Lode a te o Cristo.


"Egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità"


COMMENTO
ALLA PAROLA DI DIO
 A CURA DI DON LUCIO LUZZI

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29/01/2012

IV domenica del
Tempo Ordinario


Anno B

Egli insegnava loro come 
uno che ha autorità




PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO







Di fronte all’uomo posseduto dal demonio, Gesù dice: “Taci! Esci da quell’uomo”. Nei Vangeli si fa spesso riferimento alla città di Cafarnao. In questa cittadina della Galilea vi era una guarnigione romana guidata da un pio Centurione ed un posto di dogana il cui funzionario era Levi - Matteo. Gesù lasciata la sua Nazareth va ad abitare a Cafarnao, in casa di Pietro, e da buon ebreo il sabato entra nella sinagoga “ …e si mise ad insegnare: Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo, che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il Santo di Dio!”. E Gesù lo sgridò: “Taci ed esci da quell’uomo”. E lo spirito immondo straziandolo e gridando forte, uscì da lui…”(Mc 1,21-23).
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Ai tempi del Cristo nella Palestina era abbastanza comune che il demonio prendesse possesso fisico di una persona.

Tutti i fenomeni negativi venivano considerati come punizione da parte di Dio e quindi anche l’indemoniato era considerato tale, come castigo per i suoi peccati.
Il Messia con la sua autorità impone al demonio di uscire da quell’uomo e lo reintegra nella piena dignità e libertà.
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Nella nostra mentalità contemporanea sentire parlare di demonio fa quasi ridere...

Chiamalo come vuoi, satana, demonio, forza del male, tentazione, desiderio di percorrere una strada sbagliata, curiosità morbosa, libertà di scelta… è proprio qui!

Il poeta Publio Ovidio Nasone (anno 43 a.c)) sintetizzava il tutto così: 

“VIDEO BONA PROBOQUE, DETERIORA SEQUOR” 

("Vedo il bene e l’approvo, ma poi seguo la via del male)

E’ la storia della nostra realtà quotidiana. Con la nostra libertà possiamo scegliere quello che vogliamo e come vogliamo e purtroppo spesso perdiamo la nostra libertà.

Ogni giorno dobbiamo convivere con le attrattive della forza del male; ci illudiamo e gradualmente ci troviamo prigionieri delle nostre scelte.

Visto così, anche se non mi interessa la qualifica di satana, demonio, devo essere onesto con me stesso e riconoscere che qualcuno mi tenta in ogni momento verso il male, con l’illusione di poter possedere la felicità.

E allora?


“Fa che ascoltiamo Signore la tua voce”



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Accostiamoci a Lui per rendergli grazie/
a Lui acclamiamo con canti di gioia.
Se ascoltaste oggi la voce del Signore!Venite, cantiamo al Signore/
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.

(Salmo 94 - 95)
Don Lucio Luzzi



PREGHIERA DEI FEDELI



Gesù è venuto a portare la sua Parola, insegnando con autorità. Preghiamo perché ci aiuti a non chiudere il nostro cuore all'ascolto, anche quando il suo messaggio è impegnativo.
Preghiamo insieme dicendo: 



Ascoltaci, o Signore! 

1. Per la Chiesa nel mondo intero: trasmetta con fedeltà e coraggio a tutti gli uomini la Parola di salvezza, preghiamo. 


2. Per coloro che vivono il ministero della Parola: si preparino con cura a leggere e meditare la Bibbia e la trasmettano con entusiasmo e sapienza, preghiamo. 


3. Per chi è sposato e per chi è celibe: in ogni stato di vita si sappia vivere con animo indiviso l'amore di Dio, senza disimpegni o distrazioni, preghiamo. 


4. Per tutti coloro che vivono il sacramento del matrimonio: sappiano rendere grazie per il dono ricevuto e lo alimentino di giorno in giorno, preghiamo. 


5. Per la nostra comunità cristiana: la condivisione dell'unico pane eucaristico ci spinga a portare a tutti il messaggio profetico di pace e di liberazione dal male, preghiamo.

Padre, Dio potente e misericordioso, metti a tacere le potenze del male che si agitano nel mondo e donaci un cuore attento e pronto ad ascoltare la voce di Gesù, tuo Figlio e nostro fratello e Signore. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



LITURGIA EUCARISTICA

SULLE OFFERTE 

Accogli con bontà, o Signore, questi doni
che noi, tuo popolo santo, deponiamo sull’altare, e trasformali in sacramento di salvezza. 
Per Cristo nostro Signore.


PREFAZIO

E’ veramente cosa buona e giusta proclamare le tue grandi opere e renderti grazie a nome di tutti gli uomini, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Egli, nascendo da Maria Vergine, ha inaugurato i tempi nuovi; soffrendo la passione, ha distrutto i nostri peccati; risorgendo dai morti, ci ha aperto il passaggio alla vita eterna; salendo a te, Padre, ci ha preparato un posto nel tuo regno.
Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai Santi, cantiamo senza fine l’inno della tua lode:

Santo,Santo,Santo.....




ANTIFONA DI COMUNIONE


“Io so chi tu sei, Gesù Nazareno: 
il santo di Dio”. (cf. Mc 1,24) 


PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE


O Dio, che ci hai nutriti alla tua mensa, 
fa’ che per la forza di questo sacramento,
sorgente inesauribile di salvezza,
la vera fede si estenda sino ai confini della terra.
Per Cristo nostro Signore.

 



Video correlato
"Acclamate al Signore"
Elaborazione musicale di Mons. Marco Frisina
                                 



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venerdì 27 gennaio 2012

27 GENNAIO 2012 GIORNATA DELLA MEMORIA

Una riflessione sulla "Giornata della Memoria"

La “Giornata della Memoria” non deve servire solo per ricordare lo sterminio di sei milioni di Ebrei, ma anche quello dei malati, degli apolidi, dei perseguitati politici, dei “diversi”, dei bambini…., altrimenti diventerebbe giornata della “damnatio memoriae”.
A noi spetta l’elementare dovere di ricordare quello che è avvenuto, non certo per fomentare odio verso gli aguzzini, ma per ammonirci vicendevolmente sugli esiti nefasti, estremi, che l’intolleranza, il razzismo, la negazione di libertà portano tragicamente con sé.


Poco più di sessant’anni fa per le strade della nostra Europa si aggirava una tribù selvaggia e spietata, che dava la caccia ai bimbi degli orfanotrofi, ai vecchi, ai malati degli ospedali e delle case di cura, agli handicappati, agli uomini e alle donne, alla gioventù di paesi interi, per bruciarli vivi, per annegarli nei fiumi, per avvelenarli con dei gas, per seppellirli vivi in enormi fosse comuni. Questa tribù selvaggia non era composta dai leggendari “mongoli” o dagli “unni” delle lontane steppe asiatiche dei tempi antichi e nemmeno da strambi e incomprensibili extraterrestri arrivati da un pianeta lontano; era un corpo statale, scelto e selezionato, della nazione che per tutto il Settecento e l’Ottocento aveva ispirato la cultura europea e che ora dava a quella “tribù” la piena copertura morale e materiale per compiere questo incredibile scempio. E non si può fare a meno di pensare ai tanti, troppi bambini annientati, non si può non pensare ad Auschwitz, abisso senza ritorno, dove l’umanità è sprofondata per sempre.

Una donna, che, come tante, vide partire la figlia su uno dei “treni di bambini” diretti ad Auschwitz, rivolgendosi a chi avrebbe ricevuto la bambina, raccomanda di averne cura, perché debole e affetta da un disturbo all’apparato digerente: “Prego la persona che avrà cura dei bambini di avere pietà di mia figlia: ho già perso un figlio, ma forse riuscirò a rivedere la mia piccola. Non posso scrivere più perché sento che sto per svenire e che non ce la farò a reggere. Vi prego molto: occupatevi di questa mia piccola, che è senza difese e tanto debole. Ti bacio, cara Haluscia, la tua mamma”.

Lo stesso termine che comunemente usiamo quando parliamo dello sterminio nazista, Olocausto, riflette un messaggio fatto di particolarità e di mistero. Di lontananza. Come sappiamo esso indica la pratica diffusa tra i popoli pastori dell’antichità di offrire, bruciandola completamente nel fuoco, una vittima sacrificale alla divinità in segno di ringraziamento o di riconciliazione. Ma questo significato sacralizzante è in realtà del tutto assente nel termine ebraico di cui dovrebbe pur essere la traduzione: shoah, “distruzione”. Per indicare il rito sacrificale dell’Olocausto, l’Antico Testamento usa, infatti, un altro termine “olâ”. Si tratta quindi di una deviazione terminologica non indifferente: il rapporto fra l’uomo e la divinità annulla il rapporto tra l’uomo e i suoi simili, cioè la responsabilità terrena e concreta di chi all’Olocausto ha posto mano di propria volontà. L’intenzione sacrosanta di restituire onore e dignità alle vittime impone di utilizzare il termine shoah, distruzione voluta, pianificata, perpetrata dall’uomo contro l’uomo, meglio se bambino…Lo sterminio dei bambini è, forse, il fenomeno più tragico del nazismo. Fu uno sterminio di massa, pianificato e realizzato con zelo e precisione, senza compromessi e senza pietà. I nazisti eseguirono l’infanticidio di massa con uno scopo ben preciso: intendevano colpire il popolo ebraico privandolo della possibilità di rigenerazione biologica nel futuro più lontano. Noi rifuggiamo, per lo più, dal considerare la singola individualità di coloro che costituiscono i milioni e milioni di morti dei Lager nazisti, come se guardare il fenomeno nella sua globalità ponesse in qualche maniera degli argini al dilagare in noi una sensazione sconvolgente di sofferenza. Ma ciascuno di quelli che ha patito crudelmente ed è stato negato nella sua umanità, torturato, soppresso era una persona “con un nome, un volto, desideri e speranze” (J. Fucik): una persona che, quando si può, va salvata dall’oblio. Non farlo equivarrebbe a ucciderla un’altra volta, a perderla, forse, definitivamente. Dobbiamo sforzarci di capire come si sia giunti ai misfatti dei campi di sterminio, e di distinguere ogni comportamento umano alla luce delle circostanze di tempo e di luogo che lo condizionarono: con acuta chiaroveggenza, ma anche con infinita pietà. Quello che è accaduto, infatti, può di nuovo accadere, come Primo Levi avvertiva, se non manteniamo chiara e chiarificatrice la memoria del passato e vigile la coscienza critica sul presente. Il razzismo è ancora un grembo fecondo.

La tragica lezione posta in essere negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso non è bastata agli uomini. Nuovi razzismi si sono affacciati nei vari continenti del globo, e ancora divampano: prima in Cambogia, poi nel Ruanda e nella ex Iugoslavia… Una nuova, ignobile formula si è affiancata a quella di “soluzione finale”, quella di “pulizia etnica”. Tutte forme diverse dall’antisemitismo, ma ad esso apparentate, pur lontane, come sono, dalla sua perfezione scientifica di stampo teutonico. Oggi difficilmente potrebbe avvenire un’altra Shoah nei confronti degli Ebrei, ma la storia recente, anzi, la cronaca quotidiana, ci mostra che il pericolo di altri genocidi non è affatto scongiurato. È per questo che non bisogna mai abbassare la guardia. Che almeno per le vittime della furia selvaggia dell’uomo non si compia l’accorata profezia che chiude una lirica ritrovata in un campo di sterminio:

“Morirò domani
con parole d’amore sulle labbra
nell’alba di una notte d’esilio
solo
di fronte al cielo indifferente
nessuno avrà saputo la mia fatica
per diventare uomo”.

Giornata della Memoria

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre. (Primo Levi) 

Testimonianze di sopravvissuti

Aharon Appelfeld
 “Sono passati già più di cinquant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il cuore ha dimenticato molto, soprattutto luoghi, date, nomi di persone, ma malgrado ciò sento quei giorni con tutto il mio corpo. Ogni volta che piove, fa freddo o soffia un forte vento, torno nel ghetto, nel campo di concentramento o nel bosco dove ho trascorso molti giorni. A quanto pare la memoria ha radici profonde nel corpo. A volte bastano l’odore del fieno che marcisce o il grido di un uccello per trascinarmi lontano e dentro di me”.

Elie Wiesel
 Mai potrei dimenticare quel silenzio notturno che mi privò, per tutta l’eternità, del desiderio di vivere. Mai dimenticherò quei momenti che uccisero il mio Dio e la mia anima, e ridussero i miei sogni in polvere.

Piero Terracina
L'arrivo al campo.
“Sono stato arrestato a Roma con la mia famiglia. La notte del 17 maggio del ’44 ci misero in 64 in un vagone. Fu un viaggio allucinante, tutti piangevano, i lamenti dei bambini si sentivano da fuori, ma nelle stazioni nessuno poteva intervenire, sarebbe bastato uno sguardo di pietà. Le SS sorvegliavano il convoglio. Viaggiavamo nei nostri escrementi: Fossoli, Monaco di Baviera, Birkenau-Auschwitz.
Arrivammo dentro il campo di concentramento, dalle fessure vedevamo le SS con i bastoni e i cani.
Scendemmo, ci picchiarono, ci divisero. Formammo due file, andai alla ricerca dei miei fratellini, di mia madre, noi non capivamo, lei sì: mi benedì ala maniera ebraica, mi abbracciò e disse “andate”.
Non l’ho più rivista. Mio padre, intanto, andava verso la camera a gas con mio nonno. Si girava, mi guardava, salutava, alzava il braccio.
Noi arrivammo alla “sauna”, ci spogliarono, ci tagliarono anche i capelli. E ci diedero un numero di matricola. “Dove sono i miei genitori?”, chiesi a un altro sventurato. E lui rispose: “Vedi quel fumo del camino? Sono già usciti da lì”.

Il ritorno da Auschwitz
Gli artefici della mia resurrezione sono stati gli amici, senza di loro non so se ce l’avrei fatta. Mi hanno preso sotto la loro protezione, sapevano che io non amavo parlare della grande tragedia che mi era piombata addosso e non mi hanno mai chiesto niente, hanno fatto sempre il possibile per farmi sentire una persona normale anche se non si può essere “normali” uscendo da Auschwitz.
Non mi lasciavano mai solo e questo è stato molto importante. Ero considerato uno del gruppo e loro sopportavano certi miei silenzi, certi pensieri: in alcuni momenti mi assentavo completamente e i miei amici non c’hanno mai dato peso (…).
Con loro e con i miei parenti per molti anni non ho parlato di quello che mi era accaduto. Temevo soprattutto che mi chiedessero come mi ero salvato… Mi terrorizzava il fatto che qualcuno potesse chiedermi “Perché tu ti sei salvato e mio figlio o mio marito no?”. Poi pensavo che se io avessi parlato di certe cose, a molta gente avrebbe dato fastidio, o quantomeno qualcuno avrebbe pensato: “Che va dicendo, non è possibile…”.
Inoltre raccontare del lager avrebbe significato in parte rivivere quelle situazioni ed io volevo sembrare una persona come tutte le altre, non dico “essere” ma almeno “sembrare”.
E così è andata: di giorno cercavo di fare una vita più normale possibile e di notte molto spesso mi ritrovavo a fare i conti con il mio passato nel lager. Sognavo continuamente di Auschwitz, era una specie di doppia vita. "



La testimonianza di un ragazzo dopo la visita ad Auschwitz
Mi rendo conto di essere stato veramente fortunato ad aver fatto questo viaggio. Si scherza, si ride, si gioca quando l’aereo atterra sulla pista dell’aeroporto di Cracovia, si parla delle cose più effimere e leggere… leggere come il primo giorno trascorso per le strade di una bella città, cogliendone il ritmo, le abitudini, i simboli (pioggia compresa).
Ma quando si esce dalla sinagoga ci si accorge quanto sono diverse le interpretazioni, le etnie della memoria. È logico e bello che sia così.
Siamo uomini che pensano, giudicano, criticano, interpretano, prima di considerare tutte quelle magnifiche facoltà che possediamo. Ognuno di noi ragazzi avrà vissuto questa esperienza in maniera diversa.
Ma tutti abbiamo visto con l’occhio l’impossibile, l’abbiamo toccato con mano, l’abbiamo respirato, l’abbiamo percorso camminando sulle molli traversine di legno madido d’acqua dei binari che costeggiano la “Juden rampe” a Birkenau, l’abbiamo sentito attraverso la voce tremante di Piero, attraverso quella decisa di Shlomo, attraverso quella simpatica e familiare di Mario e Giuseppe, ma anche attraverso quella singhiozzante e interrotta dal pianto di chi ci stava vicino mentre assistevamo alle testimonianze.
Mi sono sentito schiacciare dal peso dei capelli, entrando in quella sala, sono dovuto uscire, ho pianto bagnando l’oculare della mia macchina fotografica. Ho pianto bagnando lo spioncino della porta di una delle tante celle nei sotterranei, ho pianto bagnando un fango che è stato già bagnato da troppe lacrime e da troppo sangue.
Mi sono sentito circondato dalle urla strazianti dei gasati mentre ascoltavo Shlomo guardando solo tante macerie. Ho sentito i peli rizzarsi avvicinandomi al filo spinato, avevo la nausea dentro la piccola camera a gas di Auschwitz.
Ho pianto dentro di me, e piango ora mentre scrivo queste memorie, e mi chiedo come possano i testimoni parlare delle loro memorie con la loro vitalità e la loro speciale capacità di non abbandonarsi mentre raccontano ciò che hanno vissuto. Io, che questa tragedia l’ho vista sfilare lontano nel mio specchietto retrovisore, e per fortuna mi ha sfiorato solo perché correvo tanto veloce, ho avuto paura a guardarla negli occhi.
Non posso giudicare lo sterminio,è impossibile giudicare l’impossibile, l’importante è non abbandonarsi, questo mai, all’indifferenza.
Simone Empler


domenica 22 gennaio 2012

"SEGUITEMI,VI FARO' PESCATORI DI UOMINI" III^Domenica del Tempo Ordinario ANNO B



Liturgia di
Domenica 22 Gennaio 2012




 
 
III^DOMENICA DEL 
TEMPO ORDINARIO
ANNO (B)   Colore liturgico: verde 

 
LETTURE:
 Gio 3, 1-5. 10; Sal.24; 1 Cor 7, 29-31; Mc 1, 14-20.
  


ANTIFONA D'INGRESSO



Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore da tutta la terra;
splendore e maestà dinanzi a lui,
potenza e bellezza nel suo santuario. (Sal 96,1.6)



GLORIA A DIO



Gloria a Dio, nell'alto dei cieli, e pace in terra 
agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, 
ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, 
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.

Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, 
Agnello di Dio, Figlio del padre;
tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.

Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, 
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo;
nella gloria di Dio Padre. Amen.










COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno, 
guida i nostri atti secondo la tua volontà, 
perché nel nome del tuo diletto Figlio 
portiamo frutti generosi di opere buone. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 



 LITURGIA DELLA PAROLA
 

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PRIMA LETTURA



Gio 3,1-5.10
I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia.

 ‡ Dal libro del profeta Giona 


Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli.
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. 


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

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 SALMO RESPONSORIALE


Sal 24


RIT:Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.


SECONDA LETTURA



1Cor 7,29-31
Passa la figura di questo mondo.

‡ Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi


Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!


C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.



ACCLAMAZIONE AL VANGELO
(Mc 1, 15)

Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.

Alleluia.



PROCLAMAZIONE DEL VANGELO 

 


 

Dal VANGELO secondo MARCO



Mc 1,14-20
Convertitevi e credete al Vangelo.






 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

C: Parola del Signore
A: Lode a te o Cristo.





COMMENTO
ALLA PAROLA DI DIO
 A CURA DI DON LUCIO LUZZI

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22/01/2012

III domenica del
Tempo Ordinario


Anno B

"Il tempo è compiuto
e il Regno di Dio è vicino"


PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO






Oggi celebriamo la giornata di preghiera per l’unità dei cristiani. Il grande anelito di Gesù: “Padre che tutti siano un solo ovile e un solo pastore…”. Sono passati secoli ed ancora esistono divisioni perfino all’interno della Chiesa cattolica! E’ l’orgoglio e la superbia dell’uomo che lo fa rimanere sulle sue posizioni: Signore fa' che salga incessantemente dalle nostre anime e dalle nostre labbra la preghiera per l'unità dei cristiani come tu la vuoi.

Aiutaci a trovare in te, che sei carità perfetta, la via che conduce all'unità, nell'obbedienza alla tua verità e al tuo amore. 

Nella Liturgia di questa III domenica del tempo ordinario anno B , la Chiesa segue il Vangelo di Marco che racconta nei dettagli l’inizio della predicazione del Messia. Ha bisogno di collaboratori; non annuncia un bando di concorso, con un curriculum di titoli ed attestati da presentare... ma “passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: seguitemi vi farò pescatori di uomini. E subito lasciate le reti lo seguirono...” (Mc. 1,16-19).

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E’ il Cristo che sceglie non i più bravi,
i più quotati, ma chi vuole Lui!








Alla proposta che fa a Simone ed Andrea, non segue una trattativa, con spiegazioni, condizioni, vantaggi ecc, ma, fa notare l’evangelista, che SUBITO lo seguirono.


Evidentemente questa attrattiva della persona di Gesù deve essere straordinaria.

In altri testi si specifica che Simone (al quale darà il nome di Pietro) aveva la suocera e quindi era sposato!

Come ha fatto a seguire subito il Messia?
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Gesù e Pietro

C’era senz’altro in questi chiamati la prospettiva o la speranza di condizioni migliori a quella attuale e misera di pescatori con un lavoro pesante ed ingrato!

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Ma quando costateranno che la realtà economico sociale è forse peggiore della precedente vissuta, non si pentono e non riescono a distaccarsi da Lui.

Questo potere straordinario il Cristo lo esercita verso ciascuno di noi, chiamandoci ed invitandoci alla conversione.

Ma rispetta totalmente quel dono straordinario che è la libertà; ed allora diventiamo titubanti, non abbiamo coraggio di prendere decisioni risolutive e nella nostra vita quotidiana, di fronte al bivio del bene e del male, spesso scegliamo questo ultimo: 

Quando cammino per il mondo, il Signore cammina avanti a me;a volte però mi fermo perché la strada è faticosa,allora anche Lui si siede laggiù e mi aspetta sorridente...

Dovremmo essere onesti, io e te, e riconoscere che questo Dio fatto uomo, ha cura e premura verso ciascuno di noi; non può farne a meno perché ci ama di un amore infinito.


Don Lucio Luzzi





PREGHIERA DEI FEDELI


Fratelli e sorelle, il Signore è luce e salvezza per la nostra vita. Per l'intercessione di san Paolo, rivolgiamogli in comunione di fede le nostre suppliche.
Lo invochiamo dicendo: 



Padre, converti i nostri cuori!

1. Perché possiamo accogliere con docilità la Parola di Cristo tuo Figlio. 


2. Perché nel mondo trionfi il bene sul male.
3. Perché gli uomini accolgano il messaggio di pace del Vangelo. 


4. Perché le Chiese cristiane sappiano superare le divisioni ancora presenti. 


5. Perché nelle famiglie si superino le fratture, attraverso una disponibilità al perdono reciproco. 


6. Perché tutti i cristiani rispondano con docilità e prontezza alla propria vocazione.

O Dio, Padre di ogni uomo, giuda i nostri passi con la luce della tua Parola, e fa' che, uniti nel vincolo del tuo amore, accogliamo il tuo invito alla conversione e alla concordia. Per Cristo nostro Signore.


LITURGIA EUCARISTICA

SULLE OFFERTE 

Accogli i nostri doni, Padre misericordioso,
e consacrali con la potenza del tuo Spirito,
perché diventino per noi sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.


PREFAZIO

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nella tua misericordia hai tanto amato gli uomini da mandare il tuo Figlio come Redentore a coondividere in tutto, fuorchè nel peccato, la nostra condizione umana. così hai amato in noi ciò che tu amavi nel Figlio, e in lui, servo obbediente, hai ricostruito l’alleanza distrutta dalla disobbedienza del peccato.
Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo con gioia l’inno della tua lode:

Santo,Santo,Santo.....




ANTIFONA DI COMUNIONE


Guardate al Signore e sarete raggianti, 
e il vostro volto non sarà confuso. (Sal 34,6) 



PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE



Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al Vangelo”. (Mc 1,15
)


 


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"Signore, vorrei parlare con Te: mi ascolti?"
A cura di Don Lucio Luzzi
donlucioluzzi@virgilio.it 



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