domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

venerdì 29 marzo 2013

CONOSCERE GESU': PILATO E IL SINEDRIO

Pilato e il Sinedrio


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La condanna ingiusta
del Procuratore

I sinedriti, con il Procuratore romano, volevano cautelarsi contro la possibilità che Gesù risorgesse e riescono a strappare dalla mano di Pilato una condanna ingiusta.

 Pilato è sotto shock per una morte troppo rapida, per la richiesta di Giuseppe d’Arimatea, per averne la salma, di un’altra richiesta del sinedrio di far presto a gettare giù dalle croci i tre condannati.

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Dice con durezza “Quello che ho scritto, ho scritto!“. E ancora con maggio risentimento, quando si era trattato del crurifragium: ora la risposta diceva chiaro  che il romano era proprio a corto di pazienza: ”Avete la vostra guardia; andate e assicuratevi come credete!” (Mt.27,65).
Quella guardia non era esattamente di loro: si trattava della quinta coorte alle dipendenze del Procuratore, incaricata di seguire più da vicino le esigenze di ordine pubblico riguardo al Tempio ed alla religione giudaica.
L’espressione “andate e assicuratevi” equivaleva a dir loro: andatevene comunque, basta che non mi secchiate più. E con realismo  “andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia” (ivi.66). 
L’operazione di garanzia, pertanto, con spranghe di ferro che, aderendo alla pietra si fissassero alla roccia, fu effettuata dai sinedristi: non avevano impegno più serio.
I legionari rimasero a guardare: non come le donne pie, qualche ora prima, ma disincantati e in un certo senso, sorpresi da tutte quelle “cautele” adoperate contro il morto.
Forse anche loro presagivano che quel Morto non era morto per sempre, come qualche decennio prima il loro Imperatore Augusto. 
Don Lucio Luzzi

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