LETTURE:
Am 6, 1.4-7;
Sal 145;
1 Tm 6,
11-16;
Lc
16, 19-31
Prima Lettura Am 6, 1.4-7
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportatie cesserà l’orgia dei dissoluti.
C: Parola di Dio.Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportatie cesserà l’orgia dei dissoluti.
A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 145
Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.
Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.
SECONDA LETTURA 1 Tm 6, 11-16
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
C: Parola di Dio.
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
ACCLAMAZIONE AL VANGELO
(2 Cor 8,9)
Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. Alleluia. |
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO
DAL VANGELO secondo LUCA
Lc 16, 19-31
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
In quel tempo,Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
C: Parola di Dio.«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
A: Rendiamo grazie a Dio.
COMMENTO
ALLA PAROLA
a cura di Don Lucio Luzzi
29/09/2013
XXVI domenica del
Tempo Ordinario
Anno C
L’attenzione al povero
è la misura della fede
PENSIERO DELLA DOMENICA
+ VIDEO CORRELATO
Siamo alla chiusura del
mese di Settembre e la liturgia di questa XXVI Domenica del Tempo Ordinario
ci invita a riflettere sulla parabola del
ricco epulone e il povero Lazzaro con il grande insegnamento di Gesù per
noi. ln questa parabola riportata da San Luca, l’Evangelista della
misericordia, la divina misericordia non è mai separata dalla divina
giustizia. E’ l’unica parabola in cui ad un personaggio
viene dato un nome: Lazzaro.
Una raffigurazione
della
parabola del "ricco epulone"
parabola del "ricco epulone"
L’altro personaggio è il
famoso "ricco epulone" che vestiva di porpora e bisso
(erano i tessuti più ricchi). La prima era usata dal Re e dai Principi per il
mantello esterno; il secondo era un lino bianco egiziano finissimo, usato per la
tunica. Il portone del palazzo dava sulla strada; un androne conduceva al
cortile interno sul quale si aprivano le danze.
“Una mendicante di nome Lazzaro
giaceva alla sua porta,
coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che
cadeva dalla mensa del ricco..."
coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che
cadeva dalla mensa del ricco..."
Lazzaro
Le piaghe di Lazzaro erano sanguinolente e la prostrazione di forze del poveretto non gli permetteva nemmeno di scacciare i cani (animali considerati immondi), il cui strusciar sulle piaghe doveva essere molto doloroso.
Lazzaro è la figura
dell’infelice, povero, affamato!
Arriva per entrambi il momento
della morte. Lazzaro viene portato, secondo il principio ebraico, nel reparto
dei giusti, mentre il ricco epulone viene portato nel reparto delle tremende
pene infernali, che sono immensamente peggiori della morte.
Il ricco epulone
Una
riflessione particolare merita la conclusione della parabola
”…allora Padre, ti prego, di mandarlo a casa di mio padre,
perché ho cinque fratelli; li ammonisca perché non vengano
anche loro in quersto luogo di tormento...”
”…allora Padre, ti prego, di mandarlo a casa di mio padre,
perché ho cinque fratelli; li ammonisca perché non vengano
anche loro in quersto luogo di tormento...”
Ma Abramo rispose: ”... hanno Mosè ed i Profeti; ascoltino loro”.
E lui… "No padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno".
Abramo rispose... "... se non ascoltano Mosè ed i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi...”.
E’ un grande
insegnamento per noi!
Quanta sensibilità concreta dovremmo avere verso coloro che soffrono! Se il nostro cuore viene indurito dall’egoismo, nemmeno i miracoli potrebbero ridonarci la fede perduta. Quanto è strano il nostro comportamento!
La nostra ansia è di poter godere dei beni terreni . Quando li raggiungiamo ci illudiamo che tutti i nostri problemi sono risolti e ancor più strano è il nostro atteggiamento verso chi muore di fame.
Abbondiamo come al solito di pietismo, di sentimentalismo, ma in concreto cosa facciamo?
Ed anche noi vorremmo che dall’al di là qualcuno ci dicesse qualcosa...
La risposta di Gesù è, ancora
una volta, perentoria:
” … neanche se uno risuscitasse dai morti, sareste
persuasi…”
E’ proprio vero, Signore mio, quanto abbondo
di alibi e giustificazioni! E’ soltanto mettendo in pratica la vera legge dell’amore,
proclamata da Te, che un giorno potrò anche io “... essere portato dagli angeli nel seno di Abramo...”
Don Lucio Luzzi
donlucioluzzi@virgilio.it
Vie dello SpiritoPortale Cattolico
Italianopresenta
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