domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

venerdì 25 marzo 2016

VIA CRUCIS CON MEDITAZIONI DI SAN GIOVANNI PAOLO II


VIA CRUCIS MEDITATA,
Testi di San Giovanni Paolo II



Prima stazione
GESÙ È CONDANNATO A MORTE

V. Adoramus te, Christe, et  benedicimus tibi R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.


    Disse loro Pilato: "Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!". Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!"
Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso(Mt 27, 22-23.26).


MEDITAZIONE


    "Sia crocifisso!".

Signore Gesù, questo grido di condanna,  
questo urlo disumano,  continua a levarsi contro di Te
da una folla concitata, irresponsabile,
suggestionata e accecata dal male.
Non Te, che ora sei l'Eterno Vivente,
ma se stesso l'uomo condanna alla morte,
quando non si cura che prevalga l'ingiustizia,
quando sceglie violenza e corruzione,
quando calpesta il piccolo e l'innocente
e getta la propria dignità umana
come un rifiuto nelle immondizie.


    Per il tuo silenzio di umiltà e di amore

e per l'immensa pena di Maria tua Madre,
Signore Gesù, abbi di noi pietà!  

TuttiStabat Mater dolorosa
iuxta crucem lacrimosa,
dum pendebat Filius.

Stava la Madre addolorata
Piangente presso la croce
Dalla quale pendeva il Figlio.




Seconda stazione
GESÙ È CARICATO DELLA CROCE 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

    Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!". E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo (Mt 27, 27-31).

MEDITAZIONE

   Gesù, nostro Signore,  l'intera tua esistenza sulla terra  fu un cammino di umiliazione e di croce. 
A portare il legno del supplizio ti eri già addestrato a Nazareth,  nella quotidiana fatica del lavoro,  e poi andando per le città e i villaggi  ad annunziare ai poveri il Regno dei cieli,  il tuo Regno, che non è di questo mondo. 
Il tuo carico, Signore, siamo noi,  noi, duri di cuore e lenti a capire,  noi, quando addossiamo agli altri  il peso della nostra cattiva coscienza,  quando davanti a ogni forma di povertà  e a ogni grido di aiuto  rimaniamo nella paralisi  della nostra viltà e del nostro disimpegno.

  O buon Pastore, che ancora porti sulle tue sacre spalle  tutta l'umanità, pecorella smarrita,  abbi di noi pietà!


TuttiCuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius.

Una spada trafisse la sua anima gemente, rattristata e dolente.


Terza Stazione
GESÙ CADE LA PRIMA VOLTA 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

     Egli si è caricato delle nostre sofferenze,  si è addossato i nostri dolori  e noi lo giudicavamo castigato,  percosso da Dio e umiliato.  Egli è stato trafitto per i nostri delitti,  schiacciato per le nostre iniquità.Il castigo che ci dà salvezza  si è abbattuto su di lui;  per le sue piaghe noi siamo stati guariti.  Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,  ognuno di noi seguiva la sua strada;  il Signore fece ricadere su di lui  l'iniquità di noi tutti (Is 53, 4-6).

MEDITAZIONE

    Le tue cadute, Signore Gesù,  sono un mistero di compassione verso di noi:  è infatti nella nostra umana debolezza  che Tu hai voluto patire. 
"Lo spirito è pronto - hai detto - ma la carne è debole".  Tu, Dio-il Forte, sei caduto sotto la croce  perché ogni uomo sappia riconoscere la propria fragilità  e non confidi in se stesso,  ma trovi nella tua grazia  la forza di rialzarsi e riprendere il cammino  portando dietro a Te la sua croce. 

Tu sei sempre là dove c'è un uomo che vien meno;  ti poni, pietoso, sotto di lui  perché non cada sui sassi della strada,

ma sopra di Te, Roccia di salvezza.


   Gesù, Figlio di Dio, che ti sei fatto carico

di tutta la debolezza dell'uomo,
abbi di noi pietà!

Tutti:      O quam tristis et afflicta
fuit illa benedicta
Mater Unigeniti!
O quanto fu triste ed afflitta
Lei, la Madre benedetta dell’Unigenito!










Quarta Stazione
GESÙ INCONTRA LA SUA MADRE 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

      Simeone parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima" ...  Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore (Lc 2, 34-35. 51).
Dice il Signore:  "Trattieni la voce del pianto,  i tuoi occhi dal versare lacrime,  perché c'è un compenso per le tue pene" (Ger 31, 16).

MEDITAZIONE

    Signore Gesù,  lungo la via della croce,  nell'ora della solitudine e dell'abbandono,  non poteva mancare Lei, la tua Madre.  Fin dalla tua infanzia portava nel cuore  la profonda ferita di quella parola  e la custodiva in silenzio  perché vergine, in Lei, era anche il dolore. 
Possa non mancare mai ad alcun uomo che soffre  un cuore di madre vigile, pietosa,  una presenza di tenerezza e di consolazione.  Possa ogni figlio riconoscere la madre,  e ogni madre accompagnare il figlio  nell'arduo cammino della vita  in una fedeltà che non si arresti  nemmeno davanti all'estremo sacrificio.

   Gesù, Figlio della Benedetta tra le donne,
per l'amore e il dolore di tua Madre,
abbi di noi pietà!
    

TuttiQuae maerebat et dolebat,
pia Mater, dum videbat
Nati poenas incliti.
Come si rattristava e si doleva
la pia Madre vedendo le pene   del Figlio glorioso!



Quinta Stazione
GESÙ È AIUTATO DA SIMONE DI CIRENE 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

     Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prendere su la croce di lui (Mt 27, 32).
Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Mt 16, 24).

MEDITAZIONE

   Signore Gesù,
il tuo invito è molto esigente!
Noi vorremmo seguirti sulla via della Vita,
ma tu ci fai passare per la via della morte!
È qui che noi ci scontriamo  con le nostre viltà e le nostre paure.
Per evitare di incontrarci con la realtà della croce,
noi, induriti nel cuore, deviamo il cammino
e chiudiamo gli occhi davanti alle tue sofferenze
che continuano nei nostri fratelli.
Abbiamo bisogno anche noi, come Simone di Cirene,
che qualcuno ci sospinga intensamente
a caricarci, con amore, pure della croce degli altri.
Potremo così sperimentare la grande forza
che scaturisce dal sostenere insieme, con fede invitta,
le molteplici prove della vita.

   Gesù, Dio Forte, che ti sei fatto debole
fino ad avere bisogno dell'aiuto dell'uomo,
abbi di noi pietà!
  
Tutti:      Quis est homo qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplicio?
Chi non piangerebbe
al vedere la Madre
in tanto supplizio?


Sesta Stazione
GESÙ È ASCIUGATO IN VOLTO DA VERONICA 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

     Non ha apparenza né bellezza  per attirare i nostri sguardi,   non splendore per provare in lui diletto.  Disprezzato e reietto dagli uomini,  uomo dei dolori che ben conosce il patire,  come uno davanti al quale ci si copre la faccia... (Is 53, 2-3).
Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto";  il tuo volto, Signore, io cerco.  Non nascondermi il tuo volto! (Sal 27, 8-9).

MEDITAZIONE

    Nessun volto è più bello del tuo, Signore Gesù,  che sei venuto a mostrarci lo splendore  della gloria del Padre.
Eppure sulla via della croce,  sfigurato dalla bruttezza dei nostri peccati,  nemmeno d'uomo avevi più l'aspetto.  Fu lei, allora, a guardarti con lo sguardo del cuore;  fu lei, la pia Veronica, ad asciugarti il volto insanguinato;  e tu glielo donasti allora, impresso nel velo,  pieno di fascino nel silente mistero.  Quel gesto di virile coraggio e femminile gentilezza  fu come lo svelamento della tua identità,  o Cristo, Figlio di Dio!  Nella nostra società in cui ogni puro e delicato sentimento  è calpestato e fatto oggetto di volgarità e di disprezzo,  la donna sia ancora e sempre, o Signore,  un supplemento di grazia e di bontà,  una sacra icona da cui irradia  la tua divina, consolatrice bellezza. 

   Signore, dolce Volto di Servo sofferente,
abbi di noi pietà.
   

TuttiQuis non posset contristari,
Christi Matrem contemplari
dolentem cum Filio?
Chi non si rattristerebbe
al contemplare la pia Madre
dolente accanto al Figlio ?



Settima Stazione
GESÙ CADE LA SECONDA VOLTA 


V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.


     Io sono l'uomo che ha provato la miseria  sotto la sferza della sua ira.  Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare  nelle tenebre e non nella luce...  Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra,  ha ostruito i miei sentieri...  Mi ha spezzato con la sabbia i denti,  mi ha steso nella polvere (Lam 3, 1-2. 9. 16).

Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato (Eb 4, 15).

MEDITAZIONE

  La prima caduta di un uomo  può suscitare sentimenti di pena e comprensione,  la ricaduta, invece, suscita spesso scandalo e indignazione.  Chi potrà mai conoscere il mistero di umiltà  nascosto nel tuo ripetuto venir meno lungo la via,  Gesù, uomo dei dolori?  Davvero tu hai voluto essere provato in ogni cosa  come noi, eccetto il peccato.  Proprio per l'amore che ti ha spinto  a rivestirti delle nostre infermità  sei diventato per noi fortezza e scudo di difesa  contro gli assalti ricorrenti del male.  Cadremo, sì, cadremo forse tante volte ancora  sotto la sferza della tentazione,  ma Tu ci sosterrai, Signore,  e ci farai di nuovo camminare a testa alta,  partecipi della tua regale dignità.

O Cristo, Buon Samaritano  pietosamente chino sulle nostre ferite, abbi di noi pietà!
  
TuttiPro peccatis suae gentis,
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis subditum.
A causa dei peccati del suo popolo
Ella vide Gesù nei tormenti,
sottoposto ai flagelli.



Ottava Stazione
GESÙ INCONTRA LE DONNE DI GERUSALEMME 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.


      Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?" (Lc 23, 27-29. 31).

MEDITAZIONE

    Una donna aveva un giorno versato sui tuoi piedi, Gesù,  lacrime di amore e pentimento.  Ancora una donna - e si chiamava Maria -  durante un'ultima cena  aveva versato sul tuo capo profumo di nardo purissimo...  Ora ti vengono incontro, piangenti,  le "figlie di Gerusalemme",  per fare su di Te l'accorato lamento.  Sì, è ben giusto che Tu sia pianto  come un figlio primogenito, il più caro, votato alla morte.  Ma Tu le inviti a piangere sulla loro sorte di madri desolate,  di madri spogliate,  come alberi da frutto investiti dalla bufera.  Sono una moltitudine, queste donne, sopra la terra...  Piangono, sì, piangono, le madri  su quest'ora tragica della nostra storia,  ma in seno a Te e in seno alla tua Madre  versino il fiume delle loro lacrime,  perché ogni dolore abbia la sua compassione,  la grazia dell'amore che redime.

    Signore Gesù, Primogenito tra molti fratelli, 

abbi di noi pietà!

    

Tutti:      Tui Nati vulnerati,
tam dignati pro me pati,
poenas mecum divide.
Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.



Nona Stazione
GESÙ CADE LA TERZA VOLTA  

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.


     È bene per l'uomo portare  il giogo fin dalla giovinezza.  Sieda costui solitario e resti in silenzio,  poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza;  porga a chi lo percuote la sua guancia,  si sazi di umiliazioni.  Poiché il Signore non rigetta mai...  Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia (Lam 3, 27-32).

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore (Mt 11, 28-29).

MEDITAZIONE

    Signore Gesù, nello schianto della terza caduta  riconosciamo il crollo delle nostre presunzioni.  Tu ci vuoi insegnare ad attendere la salvezza  unicamente da Dio nostro Padre.  Il tuo silenzio di umiltà e il tuo mite patire  ci fanno intuire il segreto della forza interiore  che spinge avanti il tuo cammino di filiale obbedienza.  Possa questa tua forza d'amore  comunicarsi al cuore di ogni uomo  affranto sotto i colpi della prova,  al cuore di ogni giovane ricaduto  nel baratro dell'alienazione...  Venga spezzato il giogo di ogni schiavitù  e, risollevati dal tuo perdono,  tutti gli uomini possano ristorarsi  alla fonte viva del tuo eterno Amore.

    Gesù, nostra forza e nostra salvezza, 

abbi di noi pietà!

   

TuttiEia Mater, fons amoris,
me sentire vim doloris
fac, ut tecum lugeam.
Oh, Madre, fonte d'amore,
fammi forza nel dolore
perché possa piangere con te.




Decima Stazione
GESÙ È SPOGLIATO DELLE SUE VESTI 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.

R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.


      Giunti a un luogo detto Golgota... gli diedero da bere vino mescolato con fiele... (Mt 27, 33-34).I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: "Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca". Così si adempiva la Scrittura: "Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte" (Gv 19, 23-24). 

MEDITAZIONE

   Sei entrato nel mondo spogliandoti della tua gloria  di Figlio di Dio, per nascere figlio dell'uomo.  In quest'ora decisiva di tutta la storia  anche la tua umanità viene spogliata da mani profane...  Il tuo corpo, quel vergine corpo che si era formato  nel grembo immacolato della Vergine,  è denudato e fatto oggetto di irriverenza e di volgarità.  Eppure Tu sei Re; Tu sei l'unico Signore del mondo!  Vedere Te è vedere la luce,  toccare Te è toccare il fuoco.  Come oseremo guardarti  noi, che ti abbiamo buttato addosso  il fango del nostro peccato?  Portando su di Te la nostra vergogna,  Tu ci rivesti della tua santità.  La tua tunica inconsutile è la veste nuziale  che doni alla tua dilettissima Chiesa. 

    Per tutte le nostre divisioni, 

Signore Gesù, abbi di noi pietà!

  

TuttiFac ut ardeat cor meum
in amando Christum Deum
ut sibi complaceam.
Fa' che il mio cuore arda
nell'amare Cristo Dio
per fare cosa a lui gradita.



Undicesima Stazione
GESÙ È INCHIODATO SULLA CROCE 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

      Dopo averlo crocifisso... sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il Re dei Giudei". Insieme a lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti, con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo" (Mt 27, 35-42). 

MEDITAZIONE

    Come una vite rigogliosa che la bufera  ha spogliato dei suoi verdi pampini,  così Tu, appeso al legno della croce,  sei divenuto spettacolo al cielo e alla terra.  Il tuo corpo esteso in dimensione cosmica  è tutto dono e tutto accoglienza.  E l'antico nemico è ancora lì, puntualmente,  per tentare l'ultimo disperato attacco.  "Scendi... ! Salva te stesso!".  Signore Gesù, se Tu fossi sceso dalla croce  noi tutti saremmo perduti;  se Tu avessi mostrato la tua divina potenza,  non sarebbe sgorgato sul mondo il fiume di grazia  che rigenera i credenti a vita nuova.  Benedetto quel legno per mezzo del quale  Tu stesso ti sei inchiodato al volere del Padre  a salvezza di tutti noi!

    Per tutte le nostre viltà e disobbedienze,
Signore, abbi di noi pietà!
   
TuttiSancta Mater, istud agas, 
Crucifixi fige plagas,
cordi meo valide.
Santa Madre, fai questo: imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.



Dodicesima Stazione
GESÙ MUORE SULLA CROCE 
(ci si inginocchia un momento in silenzio)

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

     Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!" (Gv 19, 25-27).
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"... E Gesù, emesso un alto grido, spirò (Mt 27, 45-46. 50).

MEDITAZIONE

    Il potere delle tenebre sembra prevalere:  Tu, Uomo-Dio, tragicamente solo,  sospeso tra la terra e il cielo,  sei l'arbitro della storia.  Questa è l'ora "zero".  Il tuo grido di morente  lacera lo spessore grigio del tempo  e dischiude per noi le soglie radiose  dell'eterno regno dei viventi.  Il gemito del tuo morire  affidandoti alle mani del Padre,  diventa grido di gioia nel cuore della Madre Chiesa  per la nascita dell'uomo nuovo.  Grande è questo mistero!  E Maria, tua-nostra madre, in consapevole silenzio,  presso la tua croce, sta.

   Agnello di Dio che lavi i peccati del mondo,
abbi di noi pietà!

TuttiVidit suum dulcem Natum 
moriendo desolatum
dum emisit spiritum.
    Vide il suo dolce Figlio
che moriva,
abbandonato da tutti,mentre esalava lo spirito.

    

Tredicesima Stazione
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

    C'erano là anche molte donne che stavano ad osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo... Venuta la sera, giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato (Mt 27, 55. 57-58).

MEDITAZIONE

   Sotto la croce, pronta a raccoglierti  come il grappolo maturo staccato dalla vite,  sta la tua Madre: calice traboccante di amore e di dolore.  Ma anche altre donne - le più fedeli -  rimangono a guardarti,  il cuore in piena per l'empatia con la tua morte  e il tacito dolore di Maria.  Ti sono presenti, in esse, tutte le madri,  tutte le figlie, le spose, le sorelle,  tutte le donne, ministre di carità e di consolazione.  Di loro Tu hai sempre bisogno  nella persona di chi soffre, di chi muore.  Suscita ancora, Signore Gesù,  donne della stirpe di Maria,  icone viventi della tua tenera pietà,  perché, dalla culla alla tomba e anche oltre,  ogni umana creatura possa sentirsi amata  e custodita, nel tuo santo Nome,  in seno alla santa madre Chiesa.

   O Cristo, calice di salvezza,
abbi di noi pietà!
     
TuttiFac me tecum pie flere, 
Crucifixo condolere,
donec ego vixero.
Fammi piangere piamente con te, condividendo il dolore del Crocifisso, finché io vivrò.






Quattordicesima Stazione
GESÙ È SEPOLTO 

V. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi.
R. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

 
  Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò. Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Magdala e l'altra Maria (Mt 27, 59-61).

MEDITAZIONE
    Sul monte Calvario è sceso, con la sera, un grande silenzio.  Il dolore non ha più lacrime, non ha più parole  mentre, avvolto nel bianco lenzuolo,  il corpo del più bello tra i figli dell'uomo  viene deposto nella roccia scavata a sepolcro.  Giuseppe di Arimatea, discepolo buono,  compie per il suo dolce Maestro  gli ultimi gesti dell'umana pietà  e della religiosa devozione.  Ora il re dorme, vigilato da guardie,  ma non è sepolta con Lui l'intrepida speranza.  Sì, perché dopo il suo intimo tormento  egli vedrà la luce,  dopo essersi offerto in espiazione,  gli darà una lunga discendenza (cf Is 53, 10-11).  Nel cuore della notte  il seme si prepara a germinare;  già l'aria si va profumando di n uova primavera:  ne hanno un presagio, indugiando là, nel giardino,  l'ardente Maria di Magdala e l'altra Maria...

    Gesù, nostra Vita e nostra Risurrezione,
noi crediamo in Te!
TuttiQuando corpus morietur 
fac ut animae donetur
paradisi gloria. Amen.
E quando il mio corpo morirà
fa' che all'anima sia data
la gloria del Paradiso. Amen.

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