domenica delle palme

AFORISMI DEL SIGNORE

domenica 3 gennaio 2016

"IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI" II^DOMENICA DOPO NATALE LETTURE: Sir 24,1-4.8-12; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18

Liturgia della Parola

Domenica



3 GENNAIO 2016





II^DOMENICA DOPO NATALE




  
LETTURE: 


Sir 24,1-4.8-12Sal 147; Ef 1,3-6.15-18Gv 1,1-18

Antifona d'ingresso  Sap 18,14-15 
Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa,
mentre la notte giungeva a metà del suo corso,
il tuo Verbo onnipotente, o Signore,
è sceso dal cielo, dal trono regale.

 

 





COLLETTA
Padre di eterna gloria, che nel tuo unico Figlio ci hai scelti e amati prima della creazione del mondo e in lui, sapienza incarnata, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda, illuminaci con il tuo Spirito, perché accogliendo il mistero del tuo amore, pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.






LITURGIA DELLA PAROLA




 
 


PRIMA LETTURA

  Sir 24, 1-4. 8-12, neo-vulg. 24,1-4.12-16
La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.
 

Dal libro del Siràcide

La sapienza fa il proprio elogio, 

in Dio trova il proprio vanto, 
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria. 
Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca, 
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria, 
in mezzo al suo popolo viene esaltata, 
nella santa assemblea viene ammirata, 
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode

e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: 

«Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine, 
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: 
"Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, 
affonda le tue radici tra i miei eletti" . 
Prima dei secoli, fin dal principio, 
egli mi ha creato, per tutta l'eternità non verrò meno. 
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato 
e così mi sono stabilita in Sion. 
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare 
e in Gerusalemme è il mio potere. 
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, 
nella porzione del Signore è la mia eredità, 
nell'assemblea dei santi ho preso dimora».

  
  C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.


SALMO RESPONSORIALE

Dal Salmo 147


Il Verbo si è fatto carne
e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

 
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
 
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
 
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. 

 


SECONDA LETTURA      Ef 1, 3-6. 15-18
Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi. 
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch'io 
[Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi. 

  C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.  



ACCLAMAZIONE AL VANGELO
  Cf 1 Tm 3,16

Alleluia, alleluia.
Gloria a te, o Cristo, annunziato a tutte le genti;
gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.

Alleluia. 





PROCLAMAZIONE DEL VANGELO






 VANGELO 




 Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

 

Dal vangelo secondo Giovanni

[ In principio era il Verbo, 

e il Verbo era presso Dio 
e il Verbo era Dio. 
Egli era, in principio, presso Dio: 
tutto è stato fatto per mezzo di lui 
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 
In lui era la vita 
e la vita era la luce degli uomini; 
la luce splende nelle tenebre 
e le tenebre non l'hanno vinta. ]

Venne un uomo mandato da Dio: 

il suo nome era Giovanni. 
Egli venne come testimone 
per dare testimonianza alla luce, 
perché tutti credessero per mezzo di lui. 
Non era lui la luce, 
ma doveva dare testimonianza alla luce.

Veniva nel mondo la luce vera, 

quella che illumina ogni uomo. 
Era nel mondo 
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; 
eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 
Venne fra i suoi, 
e i suoi non lo hanno accolto. 
A quanti però lo hanno accolto 
ha dato potere di diventare figli di Dio: 
a quelli che credono nel suo nome, 
i quali, non da sangue 
né da volere di carne 
né da volere di uomo, 
ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne 

e venne ad abitare in mezzo a noi; 
e noi abbiamo contemplato la sua gloria, 
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, 
pieno di grazia e di verità. ]

Giovanni gli dà testimonianza e proclama: 

«Era di lui che io dissi: 
Colui che viene dopo di me 
è avanti a me, 
perché era prima di me».

Dalla sua pienezza 

noi tutti abbiamo ricevuto: 
grazia su grazia.  
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, 
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. 
Dio, nessuno lo ha mai visto: 
il Figlio unigenito, che è Dio 
ed è nel seno del Padre, 
è lui che lo ha rivelato.



C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.






«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»



RIFLESSIONE 


AL 

VANGELO

a cura di Don Lucio Luzzi


II Domenica dopo Natale


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II Domenica dopo Natale
3 Gennaio 2016
EPIFANIA  6     Gennaio 2016


In Cristo tuo figlio hai rivelato il tuo amore.
La seconda domenica dopo Natale fa da ponte tra la solennità del Natale e l’Epifania.
Il richiamo va subito alla luce, simbolo della rivelazione che Cristo fa al mondo: “ Rivelati, o Dio, a tutti i popoli nello splendore della tua verità.


La Liturgia odierna ci invita ad approfondire il significato della festa del Natale.


L’incarnazione del Verbo è la rivelezione perfetta e insuperabile del mistero di Dio: si tratta ora di accogliere il Verbo fatto carne.

Egli ci dà il potere di diventare figli e figlie di Dio. E il Padre nel Verbo incarnato vede e ama ogni persona umana.
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Di fronte alla volontà di Dio Padre e del suo figlio, Gesù. Di farci entrare in comunione di vita con loro mediante i doni dello Spirito Santo, non possiamo che corrispondere con la nostra riconoscenza e con una vita coerente.

A Betlemme i pastori sono stati i primi ad adorare Gesù bambino e a sentire da Maria, sua madre, il racconto delle meraviglie di Dio.

EPIFANIA


“ABBIAMO VISTO LA SUA STELLA E SIAMO VENUTI AD ADORARLO”
" .....E Gli offrirono regali." 
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Epifania significa "Manifestazione Divina" e San Matteo ci narra nel suo Vangelo la visita dei magi a Betlém, guidati dalla luce di un astro luminoso. É il principio della visione profetica di Isaia e per questo che i magi, che non erano re, si confondono con il Re di cui parla il profeta.  Nei nostri presepi figurano carovane di camelli e dromedari. Quello che ci narra Matteo é di una bellezza di tipo orientale che non ci stanchiamo di leggere e meditare per estrarre una validissima lezione per la nostra fede.


Il nucleo essenziale di tutta la narrazione é l'universalitá del Regno di Dio, inaugurato da Cristo.

Il Vangelo é destinato a tutte le nazioni del mondo e proprio Matteo finalizza il suo Vangelo invitando alla  missione di partire per il mondo facendo discepoli tutti i popoli, battezzando le persone nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e insegnando loro tutto quanto il Signore ordinó.

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Non ci é nessuno  che non sappia che dai tempi piú antichi gli studiosi del Vangelo scoprirono simbolismi  nei regali offerti dai  magi a Gesú.   Offrirono Oro, perché Gesú é Re, offrirono Incenso perché Gesú é Dio, al quale si elevano le nostre preghiere e suppliche, offrirono Mirra, perché Gesú é uomo vero, che ha bisogno di mirra per imbalsamare il suo corpo. In generale i regali usano essere caratteristici della terra di chi li riceve.

 É il caso dei regali che offriamo nell'offertorio della s.Messa, attraverso le nostre intenzioni particolari.  L' Oro rappresenta pure la nostra fede che deve essere pura e perseverante, come l'oro purificato nel fuoco: l'Incenso rappresenta le nostre preghiere a essere elevate al Padre per il suo Figlio Gesú, essenzialmente per il suo sacrificio espiatorio dei nostri peccati, la Mirra  é il sacrificio e dolori inseparabili dalla condizione umana in cui viviamo.


É necessario ancora un passo avanti per bene conoscere il significato di questi  doni: vedere in questi doni gli elementi della nostra cultura, che ci piacerebbe vederla tutta consacrata agli ideali del Vangelo, affinché Cristo penetri nella piú intima nostra realtá. 


In questo caso, l'Oro rappresenta le leggi che governano il nostro stato, inquieto nella procura della armonia,   prosperitá, giustizia e pace: L'Incenso sarebbe il nostro ideale di convivenza che si deve espandere in direzione di tutte le frontiere, procurando di superare le nostre limitazioni:  la Mirra sarebbe il simbolo di tutte le nostre lotte a trovare la vita come una conquista di ogni giorno. 

In Cristo incontriamo  la vittoria e questo succederá se siamo generosi e pieni di fiducia nel potere del Divino Re, come i magi andarono ad adorarlo in Betlém, rappresentando tutti i popoli della terra...........


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